A Roma la lapide dedicata ad Aldo Moro è stata imbrattata con scritte contro la polizia e simboli di matrice neonazista. Più specificatamente, i vandali hanno scritto 'Morte Alle Guardie' e hanno disegnato due svastiche e una runa 'Algiz' (spesso utilizzata dai movimenti neonazisti). Come riporta un articolo pubblicato sul sito della testata giornalistica Il Sole 24Ore, la targa commemorativa di Moro era stata momentaneamente rimossa ai fini del restauro da svolgere in occasione del quarantennale dell'agguato terroristico che costò la vita allo statista democristiano e agli uomini della sua scorta.

La condanna trasversale del mondo della politica

L'atto di vandalismo è stato condannato dalla maggioranza delle forze politiche parlamentari, sia di destra che di sinistra. Andando nello specifico, sempre come scritto nel già citato articolo pubblicato per Il Sole 24 Ore, la sindaca del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi ha affermato che ciò che è avvenuto rappresenta un vero e proprio 'insulto' a tutti i cittadini romani e italiani e, d'alto canto, anche il Presidente della Regione lazio e politico del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha dichiarato la sua personale solidarietà e vicinanza ai famigliari delle vittime dell'agguato di Via Fani e alle forze dell'ordine.

La mancanza di rivendicazioni e il mistero delle scritte: 'pista neonazista' o 'provocazione' ?

Come già sostenuto, l'atto vandalico compiuto verso la lapide di Moro non è stato seguito da nessuna rivendicazione politica. Stando alle cronache regionali e nazionali, le forze dell'ordine starebbero indagando sull'accaduto e una delle piste più evidenti sarebbe quella riconducibile al mondo del neonazismo e del neofascismo capitolino.

A sostegno di tale tesi, c'è da dire che notoriamente la svastica e la runa 'Algiz' sono dei simboli alquanto utilizzati da queste formazioni e l'odio verso le forze dell'ordine è condiviso dagli stessi militanti dell'ultradestra con quelli dell'ultrasinistra, sopratutto se legati al mondo del tifo calcistico organizzato.

Oltre a ciò, c'è da sostenere che nelle ultime ore è nata una tesi che afferma che in realtà la pista da seguire non sarebbe quella neonazista, ma invece quella dell'estrema sinistra e in tal modo si tratterebbe di una "provocazione" di stampo 'false flag'.

Tale tesi è stata sostenuta in un articolo del quotidiano della destra radicale Il Secolo D'Italia e si basa sul fatto che una delle due svastiche è orientata a sinistra, al contrario del suo consueto utilizzo da parte dei neonazisti.