Negli ultimi giorni si sta parlando molto della mafia nigeriana, un'organizzazione criminale sempre più diffusa nei paesi europei e nella stessa Italia. Secondo quanto riportano alcune indagini e sostengono diversi opinionisti e analisti, l'organizzazione criminale di origine africana risulta essere pesantemente coinvolta nel controllo della tratta degli immigrati clandestini così come in quella delle prostitute (anche minorenni) e nel racket dell'accattonaggio. Recentemente si è sospettato un suo coinvolgimento nel brutale omicidio di Pamela Mastropietro, ma tale ipotesi è stata scartata dal procuratore Giovanni Giorgi.

L'associazione animalista: 'Le sacerdotesse della mafia nigeriana utilizzano sacrifici animali'

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito web della testata giornalistica 'Agen Press.it', i membri della mafia nigeriana utilizzerebbero veri e propri sacrifici animali a scopo ritualistico. Andando nello specifico, tali sacrifici verrebbero fatti dalle cosiddette 'maman', le donne che gestiscono la tratta delle stesse prostitute nigeriane. Tali macabri rituali sarebbero basati sull'uccisione e lo sgozzamento di galline e gatti e, sempre stato a quanto riportato da 'Agen Press' e denunciato dall'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, risulterebbero essere diffusi anche nella zona di Porta Palazzo a Torino.

I riti d'iniziazione utilizzati dalla mafia nigeriana

L'utilizzo dei sacrifici animali rientrerebbe nei diversi controversi rituali utilizzati da parte della mafia nigeriana. Inoltre, si sospetta che la stessa organizzazione criminale sia coinvolta nell'utilizzo dei sacrifici umani e del cannibalismo rituale, ma tali teorie risultano essere ancora troppo poco fondate.

Comunque sia e quale che sia la verità, c'è da dire che è risaputo che la mafia nigeriana utilizzi forme ritualistiche 'deviate' allo scopo di soggiogare i suoi nuovi adepti e le vittime. Tale aspetto è stato spesso riscontrato nelle indagini sulla tratta delle prostitute e, inoltre, risulta alquanto provato l'utilizzo di particolari riti iniziatori per poter entrare a far parte dell'organizzazione.

A proposito di ciò, c'è da segnalare che secondo il magistrato napoletano Giuseppe Borelli tali riti sarebbero di una lontana origine animistica e prevederebbero la sottoposizione dell'adepto a prove alquanto discutibili, come il bere pozioni di sangue.