Finisce nelle aule di un tribunale la lite a distanza tra l'ex numero 10 della Juventus e della Nazionale Roberto Baggio e il leader di uno dei gruppi animalisti più attivi del Veneto. Il 51enne (fresco di festeggiamenti per il compleanno) “codino” di Caldogno ha infatti deciso di rivolgersi alla magistratura chiamando in causa lo storico attivista Paolo Mocavero per le parole da quest'ultimo scritte "nero su bianco" sui social due anni fa, il 16 febbraio 2016, giudicate dal promotore della causa lesive della propria onorabilità. Il post “incriminato”, in particolare, parlava di presunti “viaggi della morte” periodicamente effettuati dalla vecchia gloria del calcio italiano verso le riserve di caccia all'estero, mettendo in discussione con sarcasmo la coerenza dell'icona del pallone nostrano accusato di “non conoscere il significato delle parole” e di “aver il coraggio di definirsi buddista” nonostante l'incompatibilità dell'hobby praticato con i precetti della religione nonviolenta per antonomasia.
Roberto Baggio contro il leader degli animalisti
Insomma, sarà un giudice a stabilire se le frasi postate dal portavoce del gruppo “Centopercento Animalisti” integrano nel caso specifico il reato di diffamazione a mezzo stampa, come ipotizzato dagli avvocati del fantasista dei campi di pallone più amato degli ultimi 30 anni dagli appassionati di sport in tutta Italia. Dal canto suo, l'accusato che oggi si ritrova ufficialmente sul banco degli imputati a seguito della querela depositata presso la Procura della Repubblica (competente per territorio) dai legali rappresentanti di Roberto Baggio non sembra coltivare alcun dubbio in merito alla propria posizione, convinto di aver portato avanti una civile contestazione senza rendersi responsabile di alcuna violazione di leggi.
Baggio in tribunale a Padova: querela per diffamazione
Paolo Mocavero non si è presentato personalmente in tribunale a Padova ma ha trovato il modo, a stretto giro di posta rispetto alle accuse formalizzate dal “Divin Codino”, di scherzare sulle virtù sportive della controparte, riaprendo la pagina amara di storia della “World Cup 1994” in terra americana sfuggita dalle mani dell'Italia allenata ai tempi da mister Arrigo Sacchi per ironizzare sul “calciatore che ci ha fatto perdere un Mondiale” e adesso dovrebbe stare a suo avviso “in coda, anzi in codina”.