Qualcosa d’importante sta accadendo negli Stati Uniti: dopo la sanguinosa strage di Parkland in cui Nikolas Cruz, un ex studente 19enne, ha ucciso 17 tra insegnanti ed alunni di un liceo in Florida. Per la prima volta si alza forte la richiesta di messa al bando delle armi, tradizionalmente reperibili con estrema facilità in tutto il Paese. Un movimento d’opinione così sentito che perfino il presidente Donald Trump, tradizionalmente favorevole alla massima deregolamentazione riguardo a possesso e reperibilità di fucili e pistole, è stato costretto ad intervenire.

La prima mossa è stata la messa al bando dei 'bump stock', quei congegni che possono trasformare un fucile semiautomatico in uno automatico, rendendolo in grado di sparare 90 colpi in una decina di secondi.

Si prepara una legge bipartisan

Il divieto di vendere questi strumenti, utilizzati dall’uomo che lo scorso primo ottobre a Las Vegas ha freddato 30 persone che assistevano ad un concerto, è il primo passo verso una legge bipartisan che preveda un controllo federale sulla vendita di armi, per evitare che ad acquistarle siano individui mentalmente instabili o che abbiano avuto problemi con la giustizia. L’amministrazione repubblicana si è impegnata a garantire più sicurezza nelle scuole: “Abbiamo il compito di proteggere i nostri figli” ha spiegato Trump.

Ma è difficile prevedere se questi provvedimenti si tradurranno in una vera e propria stretta, perché la potente lobby delle armi riesce ad influenzare diversi membri del Congresso: sarebbero almeno un centinaio i politici finanziati dalla National Rifle Association, che riunisce i principali produttori.

Si muovono anche le star di Hollywood

Nel frattempo, gli Stati Uniti si preparano alla grande mobilitazione prevista per il 24 marzo a Washington, la “March for Our Lives”, in cui studenti provenienti da tutto il Paese si riuniranno, insieme a tanti altri, per chiedere misure concrete per limitare la diffusione di armi. Numerosi esponenti del mondo dello spettacolo hanno già dato la propria adesione, non solo simbolicamente.

Tra questi George Clooney e la moglie Amal che doneranno 500mila dollari per l’organizzazione dell’evento a cui prenderanno parte. “Il coraggio dei ragazzi del Liceo Stoneman Douglas ci ha ispirato” ha commentato il celebre attore, che voci sempre più insistenti danno come prossimo ad una discesa in campo nell’agone della politica. Ma anche altre star di Hollywood, come Oprah Winfrey, Steven Spielberg con la moglie Kate Capshaw ed il produttore cinematografico Jeffrey Katzenberg, hanno seguito questo esempio, impegnandosi a finanziare la manifestazione. Nuovi nomi sicuramente si aggiungeranno nelle prossime ore, mentre già nei giorni scorsi Jennifer Lopez, Luis Fonsi, Kim Kardashian ed Ellen De Generes avevano invocato maggiori controlli per evitare il ripetersi delle stragi.