“Igor il russo”, al secolo Norbert Feher, il bandito serbo accusato di aver ucciso due agenti della Guardia Civil e due allevatori in Spagna, oltre ad almeno altre due persone in Italia, nelle province di Bologna e Ferrara nell’aprile 2017, avrebbe raccontato alcuni particolari della sua latitanza alle forze dell’ordine iberiche. Infatti, sulla stampa spagnola sono apparse le prime rivelazioni del killer, risalenti all’interrogatorio avvenuto davanti ai magistrati di Alcaniz poco dopo la sua cattura, a metà dicembre. Innanzitutto avrebbe parlato del suo arrivo nel Paese iberico: risalirebbe al 21 settembre scorso, utilizzando una bicicletta; tuttavia, gli inquirenti nutrono alcuni dubbi sulla data, che in realtà potrebbe essere anteriore di qualche settimana.
Una fuga continua
Inoltre Feher avrebbe ammesso di essersi spostato parecchio durante la permanenza in Spagna e di aver assunto ben 23 identità diverse nel corso della sua lunga latitanza. Inizialmente l’uomo avrebbe lavorato come bracciante nella raccolta della frutta nella zona di Lerida, poi si sarebbe trasferito nei dintorni di Valencia, nelle cittadine di Xirivella e Catarroja, prima di muoversi ancora verso Teruel in Aragona. In quest’ultimo periodo, a cavallo tra novembre e dicembre del 2017, avrebbe compiuto gli omicidi per i quali è indagato in Spagna. Quando è stato arrestato era in procinto di tornare nella zona di Valencia, dove poteva contare su alcune conoscenze. Ed è proprio su questo punto che si concentrano le indagini: trovare tutti i complici che hanno consentito ad “Igor il russo” di poter sfuggire alla giustizia per tanto tempo.
Il compagno di cella italiano
Come si è detto, la versione di Feher dovrà essere valutata per verificare l’esistenza di eventuali riscontri, perché secondo le forze dell’ordine il killer potrebbe essere arrivato in Spagna anche molto prima di quanto affermato. Infatti già lo scorso 4 luglio a Manises, sempre nei dintorni di Valencia, era stato fermato per un controllo di routine un italiano che è risultato un vecchio compagno di cella del serbo.
L’individuo aveva dichiarato di trovarsi da quelle parti in vacanza, ma da quel momento sono aumentati i sospetti circa una possibile presenza di “Igor il russo” sul territorio iberico. Comunque, per scoprire la rete di fiancheggiatori che ha permesso la sua lunga latitanza e per verificare quanto affermato, sarà importante l’esame dei dispositivi elettronici che Feher aveva con sé al momento della cattura.