Nella notte del 14 febbraio 2018 attorno all'1.30, sono stati presi di mira i locali della casa canonica di Via San Giuseppe a Pietraperzia, provincia di Enna, dove sono stati sparati alcuni colpi con una lupara. Fortunatamente nessun ferito tra i venti migranti ospiti della casa e nemmeno tra gli operatori. Ad essere colpiti sono stati l’infisso interno e la porta interna della palazzina. Nella camera adiacente dormivano 4 giovani migranti del Bangladesh, che come affermano i gestori della struttura, l'Associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina (EN), "sono tramortiti e spaventati, così come i nostri operatori, impegnati da una settimana nell’accoglienza ed integrazione dei giovani migranti".

La struttura è infatti stata inaugurata a malapena una settimana fa, ma secondo l'edizione siciliana di Repubblica, aveva già fatto suscitare varie polemiche e malumori in paese. Pietraperzia è un città di circa 600 abitanti in provincia di Enna con un altro tasso di mafiosità: basti pensare che proprio il giorno antecedente, a pochi chilometri di distanza dall'accaduto, a Barrafranca, è stato commesso un omicidio di mafia. I membri dell'Associazione ribadiscono infatti che "questo gesto violento ed intimidatorio ci lascia senza parole ed è probabilmente frutto del clima generato da chi usa il tema della migrazione come terreno di scontro politico", fomentando quindi il tema già scottante presente nelle terre siciliane.

I pensieri e le 'opere' di chi 'vive', con i migranti e l'Associazione Don Bosco 2000, questo atto di violenza

Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, e Rita Magnano, segretaria della Cgil di Enna affermano con decisione che “Gli spari di questa notte contro il centro che accoglie migranti a Pietraperzia sono un fatto gravissimo.

Sono un’azione delittuosa esecrabile di cui bisogna cercare subito di individuare i responsabili. Bisogna bloccare chi semina odio e fare tutto quanto ognuno ha nelle proprie possibilità per stoppare questo clima".

Per cercare in tutti i modi di mitigare il clima e distendere il più possibile le tensioni create, il vescovo di Piazza Armerina ha annunciato di voler celebrare una Santa Messa in segno di solidarietà con gli ospiti del centro "Don Bosco 2000". Inoltre dopo la denuncia sporta, sugli spari è stata ora aperta un'inchiesta, per fare maggiore chiarezza ad un atto di violenza che al momento non vede nessun colpevole.