Il 7 settembre 2017 a Firenze ci fu il discusso stupro di due ragazze americane in vacanza nel capoluogo toscano da parte di due carabinieri. Su quella vicenda si è parlato molto e il fatto, come spesso accade, ha diviso l'opinione pubblica. Da una parte i garantisti che pensano che i carabinieri siano stati incolpati ingiustamente e dell'altra chi pensa che i militari siano effettivamente i colpevoli. Sul Corriere della Sera sono stati pubblicati alcuni stralci del lungo interrogatorio alle due ragazze da parte delle parti in causa, un interrogatorio che ha fatto e farà molto discutere.

Avvocato, Giudice e vittima

Nell'aula del tribunale di Firenze, sezione penale, le due ragazze americane sono state protagoniste di un lungo interrogatorio, durato ben 12 ore. L'avvocato Cristina Menichetti, in difesa del Carabiniere Marco Camuffo, ha dapprima chiesto alla ragazza se tra loro ci fossero state effusioni consensuali e reciproche e in che modo l'avrebbe minacciata; "Nessuna minaccia diretta ma mi sentivo in pericolo dalla sua arma" risponde la ragazza. A questo punto l'avvocato le chiede se il carabiniere avesse usato la forza fisica per sottometterla, ma il giudice rigetta la domanda e fa andare avanti. Da qui in poi seguiranno altre domande, tutte respinte e inammissibili per il giudice, come ad esempio: "Trova affascinanti gli uomini in divisa?", "Aveva indosso solo i pantaloni quella sera, e la biancheria intima?" oppure "Alla sua amica le sequestrarono tutto, anche i salvaslip, vorrei capire se lei ha nascosto qualche indumento alle forze dell'ordine".

L'atteggiamento del giudice sembra essere orientato a favore della ragazza, tanto che all'inizio dell'interrogatorio il magistrato le ha anche detto: "Vi ascolteremo oggi e poi non vi disturberemo più". La ragazza racconta che era ubriaca e che non ricorda molto, tranne che si sono baciati e che il carabiniere le ha tirato su la maglietta cercando di palpeggiarla nelle zone intime, "ha tirato fuori il pene e io ero in choc" sostiene l'americana.

"Non avevo forza in corpo"

Tra le domande più incalzanti dell'avvocato ce n'è una che è stata ammessa dal giudice e si riferisce all'insistenza del carabiniere nel voler avere un rapporto. Nel dettaglio l'avvocato le ha chiesto se il suo no fosse sufficientemente esplicito da non far più avvicinare il militare, "No, non avevo la forza" dice la ragazza, a questo punto il giudice ha riferito all'avvocato che non sarebbero state più ammesse domande così invadenti.