In un tribunale francese di Pontoise (Val-d’Oise) verrà condotto il processo, già rinviato dal 26 settembre scorso su richiesta del Procuratore, che vede un ragazzo di 29 anni accusato di abuso sessuale nei confronti di Sarah, una bambina di appena 11 anni. Il 24 aprile 2017, il ragazzo adescò la bambina davanti alla scuola che frequentava, portandola poco dopo nella sua abitazione, al sesto piano di una palazzina a Montmagny, un piccolo comune a nord di Parigi, abusando di lei. La ricostruzione dei fatti dovrà essere dettagliata e riferita nella sua completezza durante il processo, ma alcuni particolari sono già trapelati nelle interviste, che hanno dunque permesso a difesa ed accusa di lanciare le loro dichiarazioni.

L'accusa e la difesa: ecco le parti cosa dicono

L’avvocato dell’imputato sostiene che "la ragazzina era consenziente" e che, oltretutto, il suo assistito "non era a conoscenza dell’età dell’adolescente". Anzi, la stessa "dimostrava più anni di quanti ne avesse in realtà". Il ragazzo inoltre riferisce che "aveva visto online delle foto di nudo di Sarah", che gli fecero pensare dunque che "lei fosse una ragazzina senza paura”.

I genitori della piccola, invece, puntano sulla violenza e sulle minacce ricevute. Riferiscono infatti che la loro figlia, dopo un primo approccio con il ragazzo davanti alla scuola (dove gli si millantava un bacio innocente per dimostrarsi “insieme” una sorta di affetto), rimase come immobilizzata dopo l’approccio violento del ragazzo già nell’abitacolo dell’ascensore che portava nell’abitazione dell’imputato.

Inoltre, riferiscono, dando voce a Sarah, che "l’uomo le intimò di non dire nulla a nessuno, per evitare che gli altri potessero pensare male di lei".

L’accusa punta alla massima condanna per stupro, che prevede 20 anni di carcere anziché i 5 anni e i 75.000 euro di ammenda, derivanti dall’abuso sessuale: scopriremo a breve la pena assegnata.

Per legge, se non si esercita violenza, minaccia, coercizione o sorpresa, l’atto sessuale non può essere considerato stupro. Saranno dunque sufficienti le prove incriminatorie per condannare l’uomo di 29 anni per stupro? E’ giusto dover “scegliere” tra termini come abuso o stupro, quando si tratta di atti sessuali dove coinvolte sono delle pre-adolescenti o è la morale che dovrebbe guidarci?

Leggi e diritti dei bambini

Ciò su cui tale vicenda deve fare riflettere realmente sono le leggi in merito agli abusi sessuali sui minori, i diritti dei bambini [VIDEO] e le leggi sull’età del consenso. In italia l'età del consenso è fissata a 14 anni, ma può salire o scendere a seconda dei casi. In altri paesi tale concetto nemmeno esiste e tutt’oggi tale argomento è di forte discussione anche sul web, in quanto molte persone vorrebbero abolirla, sostenendo che tale norma è edificata sulla paura della sessualità e sulla repressione dei comportamenti considerati socialmente "devianti". Voi cosa ne pensate? Qual è il vero comportamento deviante?