È iniziato a girare nei giorni scorsi un nuovo video diventato subito virale tra gli abitanti della provincia di Biella. Il filmato, molto probabilmente proveniente dall’estero, mostra un adulto infliggere indicibili torture a bambini molto piccoli. Immagini crude, talmente scioccanti che le persone che le hanno viste non sono riuscite a descriverle nei particolari, limitandosi a definirle orribili. Una clip che pare si sia diffusa tramite Messenger e altre app di messaggistica istantanea.

Si tratta solo dell’ultimo atto di un fenomeno che si sta sempre più diffondendo, crescendo di pari passo al numero di utenti iscritti ai social network.

Infatti, è proprio la rete il binario veloce dove far viaggiare video e fotografie osceni e violenti, che suscitano orrore e indignazione negli spettatori. Sentimenti che spingono a condividerli ulteriormente, nell’intenzione di denunciare quelle mostruosità. Ed è questo l’obiettivo di chi mette in circolazione tali immagini: essere il fautore della macabra catena.

Sbagliato condividere quei video

Per spiegare alle persone che condividere questi video non serve a individuarne gli autori, o almeno chi li introduce in rete, la Questura di Biella ha realizzato un videomessaggio, che è stato pubblicato anche su Youtube. Un appello per informare le persone sul comportamento da adottare quando ricevono sul proprio smartphone o pc un video in cui sono presenti immagini pedopornografiche o particolarmente violente.

Quello che non bisogna assolutamente fare è condividere il filmato con i propri contatti, anche se l’intento è di denunciare un abuso. In questo modo, spiegano i funzionari della Questura biellese, si fa solo il gioco dei personaggi che hanno messo la clip in rete con l’obiettivo di renderla virale, facendo leva sui sentimenti di sdegno e rabbia suscitati negli spettatori.

Inoltre, fanno sapere sempre i poliziotti, condividendo un video del genere si potrebbe essere passibili di denuncia. Infatti, nel caso si tratti di immagini pedopornografiche o altro materiale illecito, si può finire nei guai per la detenzione e diffusione di tali file.

Il video va segnalato e cancellato

Al contrario, per contrastare il fenomeno del “trolling”, ovvero le azioni provocatorie di alcuni utenti della rete, video e fotografie particolarmente violenti, o che hanno protagonisti bambini in situazioni scabrose, va tutto segnalato alla Polizia Postale con i relativi video che vanno cancellati dal dispositivo su cui si sono ricevuti.

Solo in questo modo si può offrire un aiuto concreto alle autorità, come spiega l’ispettore capo della Polizia Postale, Andrea Andreotti: “Portandoli alla nostra attenzione anziché condividerli, ci si mette davvero nelle condizioni di poter rintracciare i responsabili. E soprattutto non si corre il rischio di diventare inconsapevoli carnefici”.

Ecco il video dell’appello diffuso dalla Questura di Biella.