La famiglia Poggi, lo scorso agosto, ha inoltrato le prime richieste di risarcimento nei confronti di Alberto Stasi per la morte della figlia Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007, e per la quale l'ex fidanzato della vittima è stato condannato a 16 anni di detenzione.

Ha rinunciato all'eredità

Alberto Stasi non verserà alcun risarcimento alla famiglia Poggi, nonostante la condanna a 16 anni di carcere. I genitori della ragazza avevano depositato una querela nei confronti dell'ex fidanzato della figlia, ritenendo che questi avesse rinunciato alla cospicua eredità paterna proprio per evitare di pagare qualsiasi tipo di risarcimento.

Purtroppo la denuncia presentata dai genitori di Chiara Poggi è stata ritenuta tardiva, anche se lo stesso gip ha sottolineato la presenza di alcune strane circostanze che hanno causato questo ritardo.

Nessun risarcimento, ma ci sono delle anomalie

Per Natalia Imarisio, gip di Milano, il rifiuto dell'eredità da parte di Stasi non si può spiegare con una totale dimenticanza dovuta al particolare periodo di "stress" in cui il giovane si trovava, come sostenuto dalla difesa. Proprio nel 2014, infatti, il giovane aveva chiesto di effettuare l'inventario dei beni del padre, Nicola Stasi, deceduto nel dicembre del 2013, omettendo di accettare l'eredità.

Questa omissione o "dimenticanza" ha, di fatto, impedito alla famiglia di Chiara Poggi di ottenere il risarcimento che aveva richiesto in tribunale.

Di conseguenza, la denuncia è stata archiviata, e i genitori della vittima non otterranno nulla in seguito alla morte della figlia.

La condanna di Alberto Stasi

Tutto avvenne il 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi fu drasticamente e violentemente uccisa nella propria abitazione di Garlasco. Per il momento, Alberto Stasi risulta l'unico condannato per questo atroce delitto.

Il giovane ha presentato ulteriori ricorsi contro la sentenza, fino a richiedere la ricusazione del procedimento penale, al fine di ripetere il processo. A giugno dello scorso anno, però, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Alberto Stasi.

L'ex studente di economia rimarrà, dunque, in carcere per 16 anni, in seguito alla scelta del rito abbreviato che gli ha garantito un notevole sconto di pena.

L'omicidio di Garlasco è uno degli avvenimenti di cronaca che maggiormente ha colpito e diviso l'opinione pubblica, tra chi è decisamente colpevolista, e chi ritiene che ci siano ancora dei "punti oscuri", e che Stasi potrebbe essere una vittima della giustizia.

Tutto ebbe inizio una mattina dell'agosto 2007, quando Alberto Stasi chiamò il 118 locale, dicendo: "Sto chiamando da Garlasco. Credo che abbiano ucciso una persona". La persona a cui era stata strappata la vita era proprio Chiara Poggi, la sua fidanzata.