Radioestesia, fiori di Bach, metodo Hamer: si vantava di essere il "guru" delle cure alternative il naturopata a cui una donna siciliana di 46 anni si è affidata per curare un cancro al seno. Quella donna oggi non c'è più, ma la lettera che prima di morire ha inviato a Massimilano Beretta, oncologo del Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone) dell'Istituto nazionale tumori, resta una denuncia e testimonianza importantissima che sconfessa sedicenti guaritori e mette in guardia da comportamenti imprudenti da parte di pazienti alla ricerca di cure miracolose.
'Un lupo travestito da agnello'
Un anno fa una donna siciliana si è affidata ai consigli di un naturopata che conosceva da anni. Ma oltre ai consigli, a lui ha delegato la cura di un tumore al seno principalmente con fiori di Bach. E' la stessa paziente ad averlo raccontato all'oncologo Massimiliano Beretta in una lettera che ricostruisce il percorso che purtroppo l'ha condannata a morte. La donna si fidava di quel naturopata che la curava con terapie alternative e che però si è rivelato "un lupo travestito da agnello", come lei stessa lo definisce nello scritto inviato al medico di Aviano. Un ciarlatano che l'ha ridotta in fin di vita. La donna in poche settimane è passata da un peso di 42 chili a meno di 30, era dolorante, con problemi respiratori e aveva un quadro clinico gravissimo.
Purtroppo quando si è decisa a rivolgersi ad oncologi, prima quelli siciliani, poi ai colleghi del centro ultraspecialistico di Aviano, era tardi. Il tumore l'aveva aggredita con metastasi in tutto il corpo. Dopo qualche mese la paziente è morta.
La denuncia dello specialista
All'oncologo Massimiliano Beretta ancora risuonano in mente le parole di quella donna.
Colpito dalla lettera ricevuta, si è sentito investito del ruolo di testimone e si sente in dovere di far conoscere questa storia non solo in occasione di convegni e in ambiti scientifici, ma anche ai cittadini. Beretta vuole allertare l'opinione pubblica sui pericoli che si corrono ad affidarsi a presunti guaritori che utilizzino cure naturali per affrontare malattie gravi come i tumori.
Per lo specialista, occorre aprire un dibattito sulle cosiddette terapie non convenzionali e sull'uso, a volte abuso, di sostanze che possono interferire con le cure ufficiali. Il problema è destinato a crescere se, come riportato da alcuni dati ufficiali. Un paziente oncologico su due fa ricorso a terapie non convenzionali insieme a quelle previste dai protocolli medici. La donna deceduta per il tumore al seno, era convinta di star facendo una cura efficace. Invece la malattia ha invaso in maniera sempre più aggressiva il suo organismo debilitato e privo di difese.
I pericoli del fai-da-te
Un comportamento tanto rischioso quanto diffuso, è segnalato da una recente indagine dell'agenzia Medipragma.
L'81% degli italiani si affida al 'fai da te' virtuale. Si rivolgono al motore di ricerca Google, non a caso ribattezzato con amara ironia "dottor Google", come fosse un medico da consultare qualora sopraggiunga un problema, un dubbio o un allarme per la propria salute o quella di un congiunto. Gli utenti cercano online informazioni su sintomi, diagnosi, malattie e cure. Appena il 9% del campione ha un comportamento corretto e interpella il proprio medico. Tra i rischi potenziali in questo mare magnum che è il web, c'è la possibilità di imbattersi in ciarlatani, speculatori e approfittatori. Pericolosi mistificatori a cui, complici la paura e la disperazione, in tanti finiscono con il 'consegnarsi' a volte con conseguenze estreme.