Il suo nome è Atef Mathlouthi, 41enne già noto alle forze dell'ordine per reati legati allo spaccio di droga. Sembra essere lui il ricercato numero uno del momento, una sua foto segnaletica è presente in tutti gli uffici di Polizia ed è stata consegnata a tutte le pattuglie delle forze del ordine impegnate a vigilare il territorio nazionale. Si preannuncia, quindi, una Pasqua, ancora più blindata quella che fra pochi giorni gli italiani andranno a festeggiare.
Missiva anonima
L’antiterrorismo ha emanato un warning a seguito di una segnalazione, pervenuta giorni fa, immediatamente girata agli organi nazionali competenti, all’ambasciata d’Italia a Tunisi.
Nella missiva, anonima, il nome di Atef Mathlouthi viene accostato a quello del Daesh e descritto come islamista radicale pronto a compiere gesti, eclatanti di matrice jihadista. A seguito di questa segnalazione, sono stati rafforzati ulteriormente i controlli nei pressi dei siti sensibili segnalati dalla prefettura.
Nei pressi dei palazzi istituzionali, sono aumentati i controlli, già da tempo ampiamente rafforzati, e si registra un ulteriore aumento della vigilanza, sia dinamica, con l’impiego di autopattuglie e personale delle forze di Polizia, sia statica, quest’ultima possibile grazie all’impiego di personale dell’esercito impegnato nell’operazione “strade sicure”.
In piazza San Pietro, per la ricorrenza della domenica delle Palme, celebrata da Papa Francesco, si registravano lunghe file di fedeli che, con pazienza, attendevano il loro turno per poter superare i diversi varchi di accesso alla piazza ed accedere così in San Pietro, varchi dotati di metal detector e presidiati da personale delle forze del ordine, con unità cinofile e anti sabotaggio.
Nelle prossime ore è prevista una riunione straordinaria per fare il punto sulla situazione e coordinare gli sforzi e le informazioni tra le varie forze del ordine, sia a livello nazionale, che a livello locale, il tutto per garantire la sicurezza delle celebrazioni religiose della settimana Santa. Si cercherà di individuare, al più presto, il quarantunenne tunisino, ed eventuali fiancheggiatori presenti sul territorio.
Gli sforzi, al momento, sono concentrati per capire se Atef Mathlouthi appartenga effettivamente al mondo jihadista e se abbia frequentazioni con terroristi, o aspiranti tali, se abbia in passato o meno frequentato luoghi di culto islamico a Roma o in altre città.
Non si tratta però di un'emergenza
La situazione, comunque, non rappresenta una novità, in quanto, già da diverso tempo, le forze dell’ordine italiane sono impegnate nelle maggiori città italiane con servizi e personale appositamente addestrato per fronteggiare questo tipo si situazioni.
Sono state istituite a livello provinciale, presso le questure e i comandi provinciali Carabinieri, unità specializzate antiterrorismo. Molto attivi, inoltre, a livello di intelligence, i servizi di sicurezza Italiani AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna) impegnati a monitorare, assieme ad altre agenzie di sicurezza mondiale, la presenza di persone ritenute vicine all’Isis o ad altre sigle del panorama terroristico mondiale, cosi come successo giorni fa a Viterbo dove, su segnalazione dell'FBI, è stato tratto in arresto un uomo di origini lettoni con l’accusa di detenzione di materiale idoneo alla preparazione di ordigni esplosivi improvvisati.