La conversazione, avuta telefonicamente, tra il boss della 'ndrangheta Domenico Gallico e il fratello Carmelo è la carta che la procura antimafia di Reggio Calabria vuole usare per revocargli il permesso di far visita alla madre malata.

La telefonata

Al boss ergastolano era stato dato il permesso di far visita alla madre novantunenne, anch'essa ergastolana ma malata da tempo. Una visita disposta a causa delle condizioni di salute della donna. Cinque giorni dopo tale concessione, una telefonata avvenuta tra Domenico e Carmelo Gallico ha preoccupato la procura al punto da chiedere la revoca del permesso.

Va ricordato che ai detenuti del 41 bis è concessa la cosiddetta 'chiamata mensile' alla famiglia. Nella conversazione telefonica, il boss parlando con il fratello, gli comunica dell'imminente visita e gli intima di non farsi trovare impreparato chiedendogli come si stesse organizzando. Tanto è bastato agli addetti del carcere, le persone deputate all'ascolto e alla registrazione delle telefonate, per inviare i testi ai vertici del penitenziario e agitare gli inquirenti.

Domenico Gallico è stato condannato a 7 ergastoli per altrettanti omicidi, su di lui pendono altri reati quali: associazione di stampo mafioso, un omicidio commesso in età minorile e un'aggressione fisica al pubblico ministero.

Il luogo dell'incontro dovrebbe essere la villa dove risiedono la madre, il fratello Carmelo (già latitante in passato e ora sorvegliato speciale) e il cognato Gesuele (marito di Teresa Gallico, anche lei al 41 bis). In passato nei sotterranei dell'abitazione era stato trovato un bunker usato per nascondere i latitanti.

La richiesta di revoca della visita

Di qui la richiesta del procuratore aggiunto Calogero Paci al procuratore di Sassari, che aveva dato il "via libera" con un visto, di chiedere la revoca del provvedimento al tribunale di sorveglianza. D'altronde nello stesso decreto che consente la visita non si parla di 'pericolo di vita imminente', nonostante le condizioni di salute della donna possano peggiorare improvvisamente.

Il permesso era stato concesso poiché la vita penitenziaria non può essere contraria al senso di umanità. Diritto su cui si dice favorevole lo stesso Paci ma con una precisazione: "Dobbiamo prestare massima attenzione alle attività della 'ndrangheta nel nord Italia e in Europa, senza scordare però i luoghi di origine".