E' ben risaputo che portare con sè lo smartphone o il telefonino nella cabina elettorale è vietato dalla legge ed è un reato. Fotografare il proprio voto e pubblicarlo anche sui social come Facebook può portare una multa fino a 15 mila euro ma talune volte anche il carcere. Uno dei motivi principali è che fotografare il proprio voto è la base fondamentale per il voto di scambio.

Nelle ultime ore sta impazzando sui social un video di una ragazza di Napoli, elettrice del movimento 5 stelle, che filma il suo voto ricondividendolo su facebook. Questa mossa, oltre ad infrangere una serie di leggi, viene adoperata erroneamente dalla simpatizzante dei cinque stelle come indice di onestà.

Il video, ripreso in modalità diretta su Facebook, è stato pubblicato dall'autore del voto ed è diventato virale su tutti i principali social.

Sanzioni previste per il reato

Proprio pochissimi giorni fa, si era espressa in merito la corte di cassazione, dichiarando che portare con sè lo smartphone può portare ad una multa fino a 15 mila euro. Discorso ancora più grave per chi fotografa il proprio voto. Secondo la legge è un reato punibile anche con alcuni mesi di carcere. Il motivo è dovuto al fatto che fotografare il proprio voto, può essere usato come prova per il voto di scambio.

La regolamentazione in merito è stata emanata nell'aprile del 2008 con un decreto legge, proprio per mettere un freno a tale pratica.

I precedenti: i 5 stelle sempre presenti

Non è la prima volta, che durante le elezioni, si assiste a casi del genere. Negli ultimi anni, grazie all'aumento esponenziale degli smartphone è anche aumentata la copertura mediatica. Non ci si limita soltanto all'atto dello scatto ma si punta sulla ricondivisione. Gli elettori del Movimento cinque stelle hanno un primato in tal senso: sono risultati sempre presenti da quando il loro partito esiste.

Durante le elezioni europee del 25 maggio 2014 fece scandalo il video condiviso da un elettore pentastellato. Il video difatti era accompagnato da un suo monologo e quindi una volta ricondiviso sui social, era usato come atto di propaganda. E' proprio questo l'aspetto fondamentale: riuscire a rompere il silenzio elettorale.

Usare la ricondivisione dei video del proprio voto per poter influenzare le persone che ancora devono recarsi alle urne.

Comunque sia la legge parla chiaro in merito e qualunque sia l'intento, questo atto è un reato.