“Blood has just one colour”. Chissà se se ne è ricordato Roberto Pirrone quel 5 marzo, mentre colmo di odio e insofferenza vagava per Firenze, in cerca di qualcosa, o qualcuno, su cui riversare l’insoddisfazione di se stesso. Così Idy Diene cadde a terra e la risposta, anche se prevedibile, apparve in quel momento certa. Quei sei colpi di pistola lo hanno mostrato a tutti sul ponte. Roberto cercava un capro espiatorio. I debiti lo attanagliavano, i litigi con la moglie diventavano sempre più frequenti e lui non cercava altro che una via di fuga, un posto sicuro dove non essere più la pecora nera, se il nero era la costante.

Tra il carcere e la città invisibile scelse la prima, e a rimetterci fu una vita che dal punto di vista dell’assassino valeva meno di molte altre. Sul ponte erano stati tanti i corpi che sarebbero potuti cadere esanimi, per servire lo scopo di un uomo in fuga da se stesso. Allora perché Idy ? Perché proprio un ragazzo di colore, con un cappellino in testa e la sua merce sulle spalle?

Halo effect

Trasformare l’osservazione di una caratteristica in un giudizio sulla persona è un meccanismo semplice ed immediato, e forse è proprio questo che ha spinto Pirrone verso la sua tragica scelta. Psicologicamente questo bias può anche esserci utile, rimandando ad esso giudizi quotidiani e basilari.

La sua denominazione deriva dalla tradizione pittoresca medievale, in cui le figure munite di aureola catturavano l’occhio, spingendo l’osservatore a ritenere il personaggio puro.

Seppur appartenenti a due campi completamente diversi, lo stesso meccanismo psicologico può aver attraversato la mente dell’assassino. Studiato dal punto di vista dell’immigrazione, l’effetto alone ci mostra come gruppi di persone, prima di instaurare contatti reali con l’immigrato, sono spinti a temerlo, sviluppando meccanismi di autodifesa.

Queste persone, concentrate in gruppi omogenei, sono solite manifestare ostilità verso forme di innocua diversità. Riversano la loro frustrazione verso un capro espiatorio, ritenuto colpevole della loro malsana condizione. Persone che hanno perso il controllo e che cercano rifugio in identità forti, nella convinzione che il potere possa essere fonte di sicurezza.

Creano domini di identità negativa provocando sensi di inadeguatezza e smarrimento nel nuovo arrivato, che sfociano spesso in episodi di violenza.

La scelta di Roberto Pirrone può quindi risultare non del tutto casuale. Un comune meccanismo psicologico, che circoscritto alla tragicità dell’ episodio, pone fine alle aspettative future di un matrimonio appena siglato, distruggendo sogni e sentimenti di una donna che si vede portato via, per la seconda volta, il viso della persona che avrebbe visto ogni mattina, non appena il sole avesse bussato alla loro finestra.