Il presidente dell'ultima cerimonia degli Oscar, che si è svolta appena quindici giorni fa, è stato appena accusato da tre dei suoi collaboratori di molestie sessuali. L'inchiesta è aperta, mentre la cerimonia che ha presieduto è stata a sua volta fortemente segnata dal movimento TimesUp. Eminente direttore della fotografia in "A Day Without End", "American Gigolo" e "The Buddies First", John bailey si è distinto quest'anno presiedendo la prestigiosa cerimonia degli Oscar, che premia i migliori registi e attori nel mondo. Eppure, mentre quest'ultima cerimonia, che si è svolta il 4 marzo negli Stati Uniti, è stata contrassegnata dal movimento di liberazione TimesUp e MeToo, John Bailey sarebbe attualmente oggetto di gravi accuse di molestie da tre dei suoi collaboratori, secondo la rivista Variety.

L'Accademia degli Oscar ha dichiarato di aver avviato un'indagine mercoledì scorso per verificare se le accuse riguardanti il ​​loro presidente del 2018 siano vere: "L'Accademia si occupa delle denunce in modo confidenziale per proteggere tutti [...] Non faremo commenti finché questa inchiesta non sarà completata."

L'ombra dell'affare Weinstein aleggia

John Bailey è stato eletto nell'agosto 2017 per presiedere agli Oscar del 2018, poco prima che le accuse contro Harvey Weinstein fossero rese note. Il produttore, all'origine dei movimenti TimesUp e MeToo, è stato quindi escluso dall'Academy of Oscars, nella quale era stato per molto tempo, proprio come la star di "House of Cards", l'attore Kevin Spacey, il cui caso era stato anche molto pubblicizzato.

Recentemente presidente dell'Academy of Oscars, John Bailey ha poi parlato con l'Accademia in una e-mail inviata a tutti i suoi membri. Aveva dichiarato che l'Accademia degli Oscar non doveva essere usata come un "tribunale inquisitore", ma che ovviamente avrebbe sostenuto i più "vulnerabili". John Bailey non ha ancora risposto alle accuse che lo riguardano.

D'altra parte, mentre l'ultima cerimonia degli Oscar è stata largamente macchiata dal movimento TimesUp, la recente indagine del suo Presidente ha qualcosa di ironico e, soprattutto, profondamente ipocrita. Lo scandalo Weinstein ha provocato un'ondata di rivelazioni sull'abuso sessuale di uomini potenti a Hollywood, tra cui Kevin Spacey, Jeffrey Tambor, Dustin Hoffman, Steven Seagal o il produttore Brett Ratner, tra gli altri. Weinstein fu espulso dall'Accademia e la potente istituzione cinematografica americana annunciò l'introduzione di un nuovo codice di condotta per contrastare le molestie sessuali sugli altipiani.