Il cadavere ripescato oggi 5 marzo 2018 dalla Polizia dalle acque del lago di Garda è quello di Marco Boni, il giovane studente che era scomparso il 16 febbraio scorso da Riva del Garda.
A confermarlo è stata la Questura di Trento che, in queste ultime settimane, ha seguito e organizzato tutte le ricerche. Il corpo del sedicenne di Tione è stato scoperto dai sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia ad oltre 20 metri di profondità, incagliato fra le rocce del fondale, in zona ‘Sperone’ in corrispondenza della strada della vecchia Gardesana.
Si può supporre che al ritrovamento abbiano contribuito anche i volontari che, da venerdì scorso, hanno messo a disposizione anche una imbarcazione dotata di sonar destinata a scandagliare il fondale del lago in maniera più scrupolosa e con maggiore dettaglio e precisione.
Le indagini fatte in questi giorni avevano, peraltro, portato a scoprire che le tracce dello studente si fermavano proprio su quei sentieri, in corrispondenza del Belvedere. E il cadavere del povero ragazzo è stato fatto emergere poco più a sud di quel punto.
La ricostruzione dei fatti e la scomparsa
Il giorno della sua Scomparsa, uscito dal liceo classico Maffei di Riva del Garda, il giovane aveva un appuntamento con la madre.
All’appuntamento, però, Marco Boni non si era presentato e nel primo pomeriggio, attorno alle 15, era stato ripreso dalle telecamere dell’Apm (Altogarda Parcheggi e Mobilità) mentre transitava lungo la parte iniziale della strada panoramica di Ponale. A queste registrazioni si sono sommate anche quelle della videocamera di sorveglianza di un’attività privata che aveva avuto modo di registrarne la presenza lungo lo stesso percorso.
Vi è poi anche la testimonianza di una persona con la quale avrebbe scambiato qualche parola lungo la via. Ma da lì a qualche minuto le sue tracce si perderanno definitivamente.
Il cellulare che il giovane aveva al seguito, spegnendosi, resterà agganciato alla locale cella, fornendo in questo modo indicazioni per iniziare le ricerche lungo il lago.
Da quel venerdì le ricerche del giovane sono proseguite senza sosta da parte della Polizia, del Soccorso alpino e anche dei Vigili del fuoco. Della sua sparizione ne avevano parlato anche le trasmissioni televisive "Quarto grado" e "Chi l'ha visto?".
Chi stava indagando aveva escluso che potesse trattarsi di suicidio, facendo pensare ad un incidente o ad una possibile fuga volontaria. In merito all'ipotesi dell'incidente, però, non vi erano e non vi sono ancora riscontri, non essendo state trovate tracce di una possibile caduta.