In questo periodo lo Sri Lanka sta vivendo un periodo molto complesso e difficile dal punto di vista geopolitico e militare. Infatti, dopo diversi anni di pace, questa nazione è di nuovo ripiombata nel baratro in seguito all’emergere di nuovi conflitti interni. È inoltre importante ricordare che questo stato negli ultimi tempi è stato protagonista di diversi scontri tra le minoranze tamil e i cingalesi. In questo caso, la nuova guerra civile coinvolge invece i musulmani e la maggioranza buddhista cingalese, la quale è riuscita ad acquisire un certo potere negli anni dopo il trasferimento di questa religione dall’India insieme alla famosissima reliquia nella città di Kandy.

I recenti scontri hanno ovviamente creato un certo allarme all’interno dell’opinione pubblica locale e internazionale, dato che esiste il rischio dello scoppio di un vero e proprio conflitto.

Gli ordini duri da parte del Presidente

A causa di questa crisi interna, il governo centrale ha deciso di intraprendere una serie di scelte piuttosto autoritarie e antidemocratiche per poter sedare finalmente le rivolte. Infatti, il Presidente Maithripala Sirisena ha ordinato di chiudere immediatamente diversi social network e ha dichiarato lo stato di emergenza all’interno di tutta l’isola per dieci giorni. Inoltre, in data 4 marzo diversi gruppi di buddhisti hanno attaccato e devastato con violenza diverse aree a maggioranza musulmana come per esempio Digana e Teldeniya nella città di Kandy.

Le fonti più recenti hanno anche riportato che all’interno di una casa bruciata è stato rinvenuto il corpo di un musulmano ridotto in condizioni piuttosto critiche. Tutto ciò testimonia chiaramente come l’odio tra la maggioranza buddista cingalese e i musulmani sia piuttosto acceso e potrebbe scatenare dei nuovi scontri in futuro.

Infine, è abbastanza prevedibile che gli islamici possano rispondere con grande violenza dopo le devastazioni degli ultimi giorni.

27 arresti e una Task Force per sedare le rivolte

I recenti scontri tra buddhisti e musulmani hanno incominciato a colpire il paese dopo che in data 22 febbraio un buddhista era stato gravemente ferito in seguito ad una banale lite per il traffico.

In questo giorno, alcuni anziani musulmani e buddhisti erano riusciti a risolvere amichevolmente la disputa in corso. Nonostante ciò, la vittima dell’incidente è morta a causa delle ferite in data 3 marzo. Dopo questo evento le minoranze musulmane hanno iniziato a barricarsi in casa, mentre i cingalesi buddhisti hanno deciso di attaccare con violenza diversi negozi, aziende e moschee armati di torce in mano. Successivamente, grazie ad un pronto intervento dell’esecutivo locale, sono state arrestate ben 27 persone ed è intervenuta una Task Force speciale composta da almeno 200 persone all’interno delle forze di polizia. Queste recenti decisioni dimostrano chiaramente come il Presidente Sirisena sia prettamente interessato ad adottare la forza per porre fine a questi conflitti, specialmente in vista delle nuove elezioni.

Infine, i recenti avvenimenti dimostrano chiaramente come questa nazione stia vivendo un momento piuttosto critico e delicato dopo i recenti scontri scoppiati all’interno dell’Arakan birmano contro le forze separatiste dell’Elaam.