Nessuno si aspettava certo nel primo pomeriggio di giovedì 15 Marzo, precisamente verso le 14:30, quello che è improvvisamente comparso sul nastro trasportatore di una ditta di smaltimento rifiuti delle Marche.
Nella cittadina di Ostra, nella provincia di Ancona, si stava lavorando tranquillamente: il nastro portava il materiale di rifiuto che doveva essere controllato e successivamente trattato, quando è apparso il cadavere di una neonata: l'operatore che ha stentato a credere ai propri occhi, ha immediatamente bloccato l'impianto, mentre venivano chiamati i Carabinieri della vicina stazione di Senigallia che hanno raccolto il corpicino per le analisi del caso.
Il Pubblico Ministero di turno ha subito avviato le indagini ed ha aperto un'inchiesta per omicidio, per la precisione Infanticidio: si spera di avere qualche notizia in più, per esempio sul tempo di vita della neonata, dall'autopsia che verrà effettuata a breve. Si pensa che qualcuno, la madre o altri per lei, si sia liberato del cadaverino in uno dei cassonetti da cui poi sono stati prelevati i rifiuti trasportati al centro di Ostra.
Per ora, le cose che si sanno sono molto poche: la piccola era bianca, appena nata, in quanto era ancora col cordone ombelicale attaccato al corpicino, quindi è stata "buttata" subito dopo il parto, non certo avvenuto in ospedale. Forse era chiusa in una valigia, visto che ne sono stati ritrovati alcuni resti.
Purtroppo, al momento del ritrovamento, il cadaverino era già passato in una prima fase del ciclo di trattamento, per cui in parte era stato smembrato (si può capire ancora meglio lo choc del ritrovamento).
Le indagini
Uno dei problemi principali per capire qualcosa di quanto successo, sarà risalire alla zona di provenienza, in quanto il centro raccoglie rifiuti provenienti da diversi paesi e quartieri.
Le analisi dovranno accertare quale delle ipotesi formulate sia quella vera, capace di rispondere alle molte domande che oggi si pongono gli inquirenti. La bambina è nata già morta e per questo è stata abbandonata? La bambina è nata viva in un parto fatto in casa o chissà in che ambiente ed è morta poi per cause assolutamente naturali?
Oppure, l'ipotesi più terribile, è nata viva ed è stata uccisa?
Infanticidio e filicidio
Purtroppo le cronache dei nostri giorni sono pieni di padri e madri che uccidono i propri figli e lo fanno volontariamente e coscientemente: il pensiero va subito al caso di Cisterna di Latina in cui un carabiniere di 44 anni ha ucciso le due figlie di 7 e 13 anni, suicidandosi subito dopo. In questi casi, la Legge parla di Filicidio, cioè di un omicidio commesso ai danni dei figli. Statisticamente, sono più i padri che si rendono colpevoli di questo crimine, estendendo spesso ad altri membri della famiglia l'attacco (il carabiniere ha tentato di uccidere anche la moglie), giungendo spesso come tocco finale al suicidio.
Il caso dell'infanticidio invece è diverso: con tale termine si intende il caso in cui la madre "cagiona la morte del proprio neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto". Questo caso è di solito legato a condizioni di grave degrado materiale e morale.
La Legge prevede che la madre possa non riconoscere il bambino appena nato e lo possa abbandonare chiedendo subito l'affidamento allo Stato, per cui quando si vedono casi di infanticidio, si pensa a donne che per qualche motivo non vogliono arrivare al parto in ospedale o comunque, si trovano in condizioni di forte ignoranza e in situazione altamente problematica. Ora, i casi di infanticidio non sono così rari come si potrebbe sperare.
Le cause possono essere molte: gravidanze indesiderate per stupri o addirittura incesto, quindi ritenute vergognose per motivazioni culturali o religiosi, scoppio improvviso della depressione post-partum, disturbi psichiatrici di vario genere.
Comunque sia, i sentimenti che questi gravi fatti suscitano, vanno dalla rabbia alla confusione, dal disgusto alla pietà per chi ha subito e per chi ha causato.