Erano pronti a tutto, fino ad entrare in azione e derubare la salma di Luciano Pavarotti dal cimitero di Montale Rangone, a pochi km da Modena. Da alcune intercettazioni telefoniche sarebbe emerso che la cosiddetta “banda dei sardi”, presente in Emilia Romagna, voleva trafugare il feretro del cantante lirico scomparso nel settembre 2007.

Parole gravi quelle intercettate che hanno attirato l'attenzione degli investigatori e rivelato la spregiudicatezza dei personaggi in questione. Hanno colpito particolarmente le parole di Giovanni Antonio Mereu, noto Gianni Caddina, originario di Orgosolo nella provincia di Nuoro, in Sardegna.

Lo scopo era quello di estorcere soldi attraverso il prelievo della salma di una persona nota all'opinione pubblica, come il tenore emiliano o più in generale qualcuno molto conosciuto.

Il maxiprocesso

Un particolare macabro, quanto inquietante, venuto fuori nel capoluogo sardo, dove si sta celebrando un maxi processo per traffico di armi e droga con diramazioni da nord a sud della penisola, che arrivano fino alla 'ndrangheta calabrese. Per questo ben quarantuno persone sono finite in cella. Un organizzazione criminale recisa grazie ad un'indagine dei Carabinieri di Nuoro e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari. Gli arrestati, è stato confermato dalle indagini, vendevano sostanze stupefacenti quali cocaina ed eroina.

Ma anche armi, incluse quelle da guerra, quali pistole e kalashnikov.

Il tentato furto alla salma di Enzo Ferrari

La banda in questione, tre anni fa balzò agli onori della cronaca per aver progettato il furto del feretro di Enzo Ferrari, noto imprenditore nel settore automobilistico del modenese. Anche in quel caso, il fine era quello di ottenere un riscatto in cambio della cassa contente il capo scuderia del cavallino rampante, deceduto nella sua città natale alla vigilia del Ferragosto 1988.

Il caso Mike Bongiorno

La cassa contenente le spoglie di Mike Bongiorno, venne trafugata dal camposanto di Dagnete, una frazione del comune di Arona, nella provincia di Novara. Era la notte tra il 24 e 25 gennaio 2011. Nonostante le migliaia di segnalazioni e appelli rivolti dai cari del noto presentatore televisivo, il silenzio fu pressoché totale.

Nella circostanza vennero arrestate due persone, risultate successivamente estranee, che avevano tentato un'estorsione ai familiari di Bongiorno. La bara con le spoglie mortali del noto conduttore televisivo vennero ritrovate il giorno 8 dicembre 2011 nelle campagne di Vittuone, nella provincia di Milano.