Alcuni scienziati dell'università dell'Arizona hanno provato a sintonizzare il loro telescopio come una radiolina Fm (a una frequenza di 78 hertz) e hanno captato quello che può essere definito il segnale di una prima alba dell'universo. Questa proto-stella, accesasi 13,8 miliardi di anni fa, è stata captata da un ricevitore grande come un frigo, piazzato in Australia, in pieno deserto, per restare al riparo dalle interferenze umane. La scoperta è stata possibile grazie allo spettrometro radio, uno strumento fornito da un importante osservatorio australiano (Csiro) e pubblicata sulla rivista Nature.

Questo segnale potrebbe costituire una scoperta importante nell'ambito d'interazione fra materia ordinaria e materia oscura.

Cosa accadde all'alba dei tempi

Gli scienziati hanno un'idea abbastanza precisa di ciò che è avvenuto al principio dell'universo. Secondo numerose teorie astrofisiche, le prime stelle erano enormi, di colore blu e avevano un'esistenza molto breve. La parte ultravioletta penetrava il gas primordiale, composto dall'idrogeno (che contiene un protone e un elettrone), che in un primo tempo costituiva gran parte della materia dell'universo. La radiazione UV eccitava gli stati elettronici dell'idrogeno, che hanno un'energia particolare.

Questa eccitazione è descritta da un processo altrimenti chiamato “transizione elettronica”, secondo il quale un atomo può assorbire un fotone incrementando la propria eccitazione (ovvero portando l'elettrone a uno stadio di maggiore energia rispetto allo stadio di partenza).

Ebbene, una particolare transizione d'idrogeno, chiamata dagli astrofisici “riga a 21 centimetri”, ha subito una variazione a causa dei fotoni della radiazione ultravioletta delle prime stelle, interagendo inoltre con i fotoni della radiazione cosmica, ovvero la radiazione elettromagnetica che oggi viene considerata come un rimasuglio del Big Bang.

Questa interazione ha provocato gli effetti e il gioco di luci oggi visibile in tutto il cielo a frequenze inferiori a 200 mega hertz.

Judd Bowman, lo scienziato che ha contribuito alla preziosa scoperta ha affermato "La rilevazione di questo segnale ha aperto una nuova finestra sull'universo primordiale, grazie allo spettro siamo riusciti a rilevare ciò che il telescopio non riusciva a catturare". Di fatto, si aprono anche nuove possibilità di conoscere ciò che ancora resta un mistero, eppure costituisce l'85% dell'Universo, la materia oscura.