Era un ragazzino in gamba Keelan Groves, amava la musica e suonava in una rock band, oltre che un bravo studente. Frequentava il 10° anno alla Fleetwood High School, e sarà ricordato con affetto da tutti i suoi compagni di scuola, per la sua vivacità ed il suo carattere allegro.

Una vittima dell'uso eccessivo del telefonino

Trovare una risposta ad un gesto così tragico ed imprevedibile, sarà impossibile persino per i suoi genitori che lo conoscevano bene. Erano stati loro, in accordo con la scuola, a vietare l'uso dello Smartphone durante la notte.

Un atteggiamento condiviso dalle famiglie, che trovavano saggio interrompere quel filo sottile che lega oggi i ragazzi al dispositivo, almeno durante l'orario da dedicare al sonno. Quella sera di maggio dell'anno scorso, Keelan aveva disubbidito a quella abitudine che, lui sapeva, andava rispettata. Aveva dapprima lasciato il telefonino al piano terra della sua abitazione, poi, era tornato a riprenderselo, nonostante il padre, il signor Groves, avesse discusso con lui cercando di fargli capire che era giusto fare ciò che gli era stato imposto.

In questi giorni si evincono in tribunale le dinamiche dell'accaduto

Keelan, il giorno dopo, si era visto confiscare dall'insegnante il suo cellulare, e quando era tornato a casa da scuola, aveva chiesto scusa alla madre Julie, senza dare segni di nervosismo.

Anzi, il padre, che lo lasciò la sera in camera sua, seduto sul letto, mentre seguiva tranquillamente un video su YouTube, ha dichiarato di averlo visto sereno. Ma non era così, se soltanto venti minuti dopo averlo lasciato in quelle condizioni, il padre, rientrando nella camera, lo ha trovato impiccato.

Una corsa all'ospedale dove morirà dopo due giorni

Prima trasportato al Blackpool Victoria Hospital e poi trasferito all'ospedale pediatrico di Manchester, il povero ragazzo è morto dopo due giorni. Dall'inchiesta, il medico legale ha classificato il suo come un "atto di impulso", e ammesso che data la giovane età, non avesse modo di rendersi effettivamente conto delle conseguenze delle sue azioni.

Il ragazzo inoltre, secondo la polizia del Lancashire, che ha avuto accesso al suo telefonino e quindi la maniera per guardare attraverso la sua vita sui social, non ha riscontrato nessuna sua premeditazione al gesto compiuto quella maledetta notte. Era un giovane normale, Keelan, che non ha calcolato che impiccarsi non sarebbe stata la soluzione e che da quel momento, non ci sarebbe stato ritorno.