L'Oklahoma - uno degli stati americani che ancora ricorrono alla pena di morte - aveva messo fine alle sue procedure nel 2015, a causa di farmaci ormai poco reperibili, utilizzati durante il processo. Adesso l'azoto sembra essere la soluzione, poiché sarebbe stato inserito nelle liste dei possibili strumenti di morte già da qualche anno.

Facilmente reperibile, si tratta di un gas che può essere letale in caso di inalazione senza la presenza di ossigeno. Sarebbe un modo molto rapido e per niente doloroso per mettere fine alla vita dei detenuti, e permetterebbe al governo dell'Oklahoma di poter nuovamente mettere in atto le esecuzioni.

Al via, dunque, gli esperimenti, che dureranno dai 3 ai 4 mesi, e che vedranno testare un prodotto che contrasta altri metodi di condanna come la classica sedia elettrica usata in Tennessee o la fucilazione nello Utah.

Opinioni contrastanti

Accanto ai sostenitori di questo nuovo metodo capitale c'è, però, anche chi storce un po' il naso.

Dale Baich, uno degli avvocati che hanno contribuito al cambiamento dell'esecuzione in questi anni, dubita fortemente di questo mezzo, oltre che del miglioramento dei processi. "L'Oklahoma sta chiedendo ancora una volta ai suoi cittadini di fidarsi, ma come possiamo, se la storia recente ha mostrato solo una cultura di indifferenza ed errori nelle esecuzioni?", ha dichiarato l’avvocato in un'intervista al "Washington Post".

Ma non è il solo. Anche la stessa popolazione ha opinioni differenti per ciò che riguarda la pena di morte. Vorrebbero un metodo alternativo che si allontanasse da una forma concepita come cruda e poco dignitosa. Il procuratore dello stato, Mike Hunter ha però dichiarato di voler andare avanti con il programma, poiché utilizzato già in casi di suicidio assistito e quindi già ben sperimentato.

Ritorno al passato

L'utilizzo del gas nelle camere della morte non è una novità. Non è mai stato usato come prodotto per le esecuzioni capitali, ma la storia ci ricorda di come sia stato protagonista di barbarie all'interno dei campi di concentramento nazisti. In questo caso, si trattava di cianuro di sodio che saturava l'ambiente nel quale i deportati si trovavano.

Proprio come nel caso dell'azoto, la persona in questione moriva in poco tempo e senza sofferenza, credendo semplicemente di star facendo una doccia; un diritto che non dovrebbe essere negato a nessuno.

Ad attendere la sentenza ufficiale sono circa diecimila condannati, da tempo presenti nel penitenziario di stato McAlester. Non sappiamo se l'azoto verrà utilizzato ufficialmente o meno, ma di certo non mancano già le polemiche verso quella che appare come una pratica "sinistra".