La tensione è alta nel mondo della diplomazia, in particolare fra Washington, Damasco e il Cremlino. Gli USA attaccano Assad, ritenendolo responsabile delle violenze perpetrate in Siria negli ultimi giorni. Il presidente siriano, dal canto suo, nega le responsabilità del proprio establishment nell'attacco ai civili, seguito da Mosca.

Trump, però, avverte Putin e Assad: "Prenderò presto una decisione". Intanto la Francia si schiera apertamente al fianco degli Stati Uniti, con il Presidente Macron che dichiara: "Abbiamo le prove che Assad abbia utilizzato armi chimiche".

La diplomazia "bellicosa" degli Usa

Le parole di Donald Trump risultano sempre più intransigenti, mentre Mosca si dimostra disponibile ad una trattativa. L'ambasciatore Onu Vassily Nebenzia è preoccupato dall'atteggiamento del presidente americano: "La situazione ci preoccupa, evitare una nuova guerra in Siria è la nostra priorità, ma qualsiasi scenario negativo è possibile, considerate le dichiarazioni bellicose di Washington".

Il monito riguardante un eventuale attacco Usa è partito ieri da un tweet di Trump, rivoltosi a Mosca con toni aggressivi: "La Russia promette di abbattere tutti i missili lanciati sullo Stato siriano. Preparati, Russia, perché ne arriveranno di magnifici, nuovi e intelligenti!

Non dovresti coalizzarti con una bestia che si diverte ad annientare il suo popolo!". Mosca non ha esitato a rispondere duramente alle affermazioni del presidente americano, affidandosi alle parole della diplomatica Maria Zakharova: "I missili intelligenti dovrebbero attaccare i terroristi, non il legittimo governo della Siria, che lotta da moltissimi anni contro il terrorismo nel proprio territorio".

Nonostante il portavoce di Mosca, Dmitry Peskov, abbia rassicurato che "il canale di comunicazione fra Usa e Mosca è abbastanza attivo", le possibilità di dialogo fra Donald Trump e Vladimir Putin risultano, ad oggi, abbastanza remote.

Manovre militari di Usa e Russia

A preoccupare i diplomatici non sono soltanto i toni del presidente Trump, ma soprattutto gli spostamenti degli eserciti russo e americano.

Nel Mediterraneo orientale sono in atto frequenti movimenti di navi da guerra e aerei che trasportano carburante alle basi. Il natante militare americano Donald Cook avrebbe lasciato il porto di Larnaca (Cipro) per dirigersi verso le acque siriane non distanti da Tartus, sede di una base militare russa, nella quale Mosca avrebbe concentrato una parte consistente della propria flotta.

Gli scenari non suscitano ottimismo, a meno che Donald Trump non ritiri eventuali dichiarazioni o provocazioni lanciate verso Damasco e il Cremlino.