Olivia Arevalo Lomas, 80 anni, leader del gruppo indigeno Shipibo Konibo nell'Amazzonia peruviana, è stata assassinata alcuni giorni fa, nel pomeriggio. I testimoni hanno detto di aver visto un uomo con un forte accento straniero, avvicinarsi alla casa di Arevalo Lomas e spararle più volte al torace prima di fuggire su una motocicletta. Cinque colpi mortali al petto. Tutto fa pensare a una esecuzione. L'omicidio è avvenuto nella comunità interculturale di Victoria Gracia, a 20 minuti dalla città di Yarinacocha nella provincia di Coronel Portillo, Ucayali.

Accade tutto alla luce del sole

La Federazione delle comunità indigene di Ucayalo e dei suoi affluenti (Feconau) ha rilasciato una dichiarazione su Facebook che condanna l'omicidio: "Chiediamo all'opinione nazionale e internazionale per lo Stato peruviano di fornire garanzie per la vita degli altri leader indigeni del popolo Shipibo Konibo che oggi devono affrontare minacce di morte e molestie ", si legge nella dichiarazione. Il Ministero della Cultura del Perù ha descritto Arevalo Lomas come una donna saggia e combattiva che ha mantenuto "la conoscenza tradizionale del popolo Shipibo-Konibo", esprimendo condoglianze e solidarietà ai suoi parenti e alla comunità di Victoria Gracia.

La donna era anche una decisa attivista ambientalista.

Ecco perché si sta seguendo la strada dei narcos e dei disboscatori illegali. L'Ufficio del difensore civico ha subito condannato l'assassinio: "Abbiamo attivato immediatamente la polizia e l'ufficio del pubblico ministero per condurre un'indagine approfondita, chiediamo alle autorità protezione per la famiglia della vittima".

Tre anni fa sono stati uccisi quattro leader della comunità indigena brasiliana. Solo nel 2017 sono stati uccisi, nel mondo, quasi duecento attivisti ambientalisti. Questi freddi omicidi sono stati spesso anticipati da continue molestie fisiche e minacce. Sono casi che tendono a finire nel dimenticatoio e non avere mai una risoluzione giudiziaria.

Tradizioni e folklore che meritano rispetto

Arevalo Lomas era una strenua difenditrice dei diritti dei popoli indigeni, soprattutto nella sua regione. Ha anche lavorato come ikaro ("cantante"), una forma tradizionale di medicina del canto che rimuove le energie negative dall'individuo e dal collettivo. Le loro canzoni, conosciute come Onyanya ("canzoni vegetalie/o della natura"), vengono insegnate ai guaritori attraverso un regime dietetico specifico della durata di circa quattro anni. Ha lo scopo di immergere il cantante nei poteri curativi delle piante e aiutarle ad ereditare le canzoni.