Cocaina (tanta), ma anche hashish e marijuana che – secondo quanto accertato dalla Polizia – i due spacciavano in particolare nelle scuole e a giovanissimi, anche minorenni. Come il 17enne che avrebbe acquistato da loro la “coca” e – dopo averne abusato – era stato ricoverato per overdose, prima all’ospedale di Nuoro e poi in quello di Olbia. Giovanni Battista Sireni (per gli amici Gianni), olbiese di 19 anni, ufficialmente disoccupato e Asab Rabi, pakistano, classe 1996, sono stati arrestati dalla Polizia nell’operazione “Pozzetto”, con la pesante accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I due – dopo tutti i controlli di rito – sono stati costretti agli arresti domiciliari, in attesa di essere sentiti dal magistrato che si occuperà del caso. Un terzo giovane di 28 anni – anche lui originario del Pakistan – è stato raggiunto dal provvedimento d’arresto, ma si è reso irraggiungibile: secondo la Polizia si troverebbe all’estero. Le indagini – che sono ancora in corso e avranno ulteriori sviluppi – sono coordinate dal Tribunale per i minorenni di Tempio, considerando il fatto che la maggior parte dei giovani coinvolti nel traffico di droga non hanno ancora 18 anni. Per mesi e mesi gli investigatori della Polizia – in particolare gli uomini del reparto antidroga della Squadra Mobile – hanno messo sotto controllo i telefonini dei presunti spacciatori.
E hanno scoperto che la maggior parte degli ordini avveniva tramite il sistema di messaggistica “WhatsApp”. Era sufficiente inviare la parola chiave – concordata prima – ed il gioco era fatto: la consegna avveniva infatti quasi immediatamente e spesso veniva effettuata da giovanissimi di 15, 16 e 17 anni, come hanno accertato le indagini della Polizia.
Operazione “Pozzetto”
Le indagini che hanno portato all’arresto dei due giovani sono iniziate nel settembre scorso, quando numerose segnalazioni avevano messo la pulce nell'orecchio agli abili investigatori di Polizia. Voci di corridoio infatti assicuravano che vicino all’istituto “Panedda” – in una zona che ad Olbia chiamano “Pozzetto” (da qui il nome dell’operazione) – avveniva un imponente traffico di stupefacenti: in particolare cocaina, hashish e marijuana.
Droga che veniva venduta in particolare a minorenni e – purtroppo – anche a ragazzini giovanissimi, come quelli delle scuole medie. Per questo motivo la Polizia ha intensificato le indagini e ha iniziato con le intercettazioni ambientali e telefoniche, scoprendo un vero e proprio mondo illegale, dedicato al traffico della droga. Dove le ordinazioni dello stupefacente avvenivano in particolare attraverso WhatsApp. La droga nei messaggini non veniva mai nominata. Infatti spesso si parlava di acquistare “Coca Cola” o “pizza” che venivano spesso consegnate a domicilio o fuori dalle scuole. “Droghe molto forti”, assicurano i dirigenti di Polizia. “Dalle analisi effettuate infatti -spiegano il dirigente Fernando Spinicci e il capo dell’anticrimine Lino Collu – abbiamo scoperto che il principio attivo dello stupefacente era altissimo.
Per capirci meglio “sballavano” più del normale, in particolare a causa degli elementi chimici che spesso vengono utilizzati nella coltivazione. Altro che droghe leggere”.
Clienti tredicenni
Ciò che più ha spiazzato gli investigatori della Polizia, è stata anche la giovane età degli acquirenti. Ragazzini delle medie che acquistavano anche grosse quantità di hashish e marijuana, che consumavano con i compagnetti di scuola. “I clienti erano soprattutto minorenni – assicura il dirigente Spinicci – per questo motivo le operazioni di spaccio avvenivano vicino alle scuole, dove i presunti venditori di droga trovavano campo libero. E soprattutto avevano un giro di soldi elevatissimo”.