"L'Italia non ha partecipato all'azione bellica in Siria e si oppone ad una possibile escalation militare". La posizione netta in tal senso è quella del premier Paolo Gentiloni che, in attesa del nuovo governo, continua comunque ad occupare lo scranno più importante di Palazzo Chigi. Non abbiamo dubbi che sia questa la linea italiana, ma in quanto partner NATO è difficile che Roma possa sottrarsi ai suoi obblighi se le operazioni militari in Siria dovessero avere un seguito. Pertanto è possibile, nel caso malaugurato di una vera escalation, che la base di Sigonella venga considerata strategicamente importante per la sua posizione geografica in Sicilia, al centro del Mediterraneo.

Sigonella, 'portaerei' USA nel Mediterraneo

In passato la base militare di Sigonella, in provincia di Catania, è stata una sorta di ciclopica portaerei americana per i velivoli impegnati nella Guerra del Golfo del 1991. Negli hangar dell'aeroporto sono attualmente dislocati i droni Global Hawk, aerei spia in dotazione alll'aviazione USA e, nei giorni scorsi, un paio di velivoli statunitensi sarebbero decollati a scopo perlustrativo: nello specifico si tratterebbe di velivoli da ricognizione ed intercettazione anti-sommergibile. In realtà il traffico aereo da Sigonella per il momento è standard, anzi al di sotto della media visto che nella giornata del 14 aprile 2018 ci sono stati soltanto un decollo e due atterraggi.

Ma nella base, sotto il controllo dell'aeronautica militare italiana, nei giorni scorsi è stato diramato uno stato di allerta seguito proprio al timore del possibile attacco in Siria che, tutt'oggi, resta invariato.