Un centinaio di missili, un attacco condotto sia con missili tomahawk lanciati da unità navali, sia con jet militari. Protagoniste le forze armate di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, obiettivo alcuni siti di Damasco ed Homs che, secondo il Pentagono, nasconderebbero i presunti depositi di armi chimiche in possesso del governo siriano. Donald Trump, Theresa May ed Emmanuel Macron sono dunque passati alle vie di fatto, 'punendo' il governo siriano dopo il presunto attacco chimico a Douma. Esplode di rabbia la Russia che parla di 'atto criminale e violazione della sovranità siriana'.

A Damasco centinaia di persone sono scese in piazza con le bandiere del proprio Paese e della Russia ed immagini del presidente Bashar al-Assad. "Siamo i tuoi uomini, Bashar", hanno urlato a gran voce. Secondo le prime stime, il raid ha procurato danni a strutture, non ci sarebbero vittime tra i civili. Oltretutto la reazione della contraerea di Damasco sarebbe stata efficace: secondo i dati del Cremlino, almeno 71 missili su 103 diretti in Siria sono stati abbattuti. Ad agire in difesa sono state soltanto le forze armate siriane, anche se le ultime notizie segnalano le forze aeree difensive russe in stato di combattimento. "Non abbiamo attivato i nostri sistemi di difesa - fanno sapere dal Cremlino - ed i raid sono stati contrastati unicamente dai sistemi di difesa siriani che pur non essendo all'avanguardia, prodotti in URSS oltre 30 anni fa, hanno intercettato e distrutto un gran numero di missili".

Aerei russi in stato di combattimento

Mosca si starebbe preparando ad eventuali nuovi attacchi, ai quali stavolta potrebbe rispondere in maniera attiva. Lo Stato Maggiore russo ha infatti reso noto che le forze aree difensive sono state messe in stato di combattimento. La notizia è stata diffusa da Interfax.

Washington: 'Per ora nessuna reazione russa'

Fino ad ora non c'è alcun segnale relativo alla possibile risposta russa. Le fonti del Pentagono che fanno riferimento alle forze armate statunitensi presenti in Siria, indicano che allo stato attuale la situazione è tranquilla. Secondo i maggiori analisti internazionali, la risposta di Mosca è possibile, ma difficilmente sarà militare.

Il timore della sicurezza USA è che un'eventuale rappresaglia venga condotta con armi cibernetiche.

Trump: 'La nostra azione non è finita'

"La nostra azione non si conclude qui". Lo ha detto Donald Trump subito dopo il raid ed il concetto è stato ribadito anche da fonti vicine all'amministrazione. "Il nostro piano prevede flessibilità e ci permette di procedere con ulteriori attacchi in base a quello che è stato colpito stanotte". A preoccupare il Pentagono però sarebbe stata la capacità dimostrata dalla contraerea siriana di contrastare l'attacco e, oltretutto, nel caso di un ulteriore raid, la capacità di risposta della Russia in termini di difese antimissili ed antiaeree è certamente cresciuta.

Putin: 'Un atto di aggressione'

"Un atto di aggressione contro un Paese che combatte il terrorismo entro i propri confini". Sono state queste le parole del presidente russo Vladimir Putin dopo l'attacco di USA ed alleati alle basi militari di Damasco ed Homs. Il leader del Cremlino ha sottolineato come sia assolutamente illegittimo fare un'azione del genere senza un mandato del Consiglio di sicurezza ONU. "Si tratta di una palese violazione del diritto internazionale", ha ribadito.

Parigi: 'Per il momento va bene così'

Secondo quanto riferito dal ministero degli esteri francese, l'attacco alla Siria si sarebbe concluso qui. "Il raid ha distrutto una buona parte dell'arsenale chimico detenuto dal governo siriano - ha detto ai giornalisti il ministro Jean-Yves Le Drian - ed attaccheremo nuovamente soltanto se la linea rossa (intesa nel nuovo utilizzo di armi chimiche) sarà oltrepassata.

Credo però che la lezione sia stata sufficiente".

Iran: 'Usa ed alleati saranno responsabili per le conseguenze'

Durissima la reazione di Teheran dove Bahram Ghasemi, portavoce del ministero degli esteri, ha sottolineato che "l'attacco è stato lanciato pur senza alcuna prova dell'uso delle armi chimiche. Gli USA ed i loro alleati sono responsabili per le conseguenze regionali che ne seguiranno". Trump, Macron e la May sono stati definiti "tre criminali" dall'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema iraniana.

L'attaco USA 'spacca' il centrodestra italiano

Le reazioni politiche dopo la notizia dell'attacco sono state forti anche in Italia. Intanto il premier Paolo Gentiloni ha precisato che stavolta non c'è stato alcun supporto dell'Italia all'azione bellica degli alleati.

Il presidente del Consiglio ha invitato le parti coinvolte a fermarsi. "La soluzione diplomatica è ancora possibile, quanto accaduto non deve portare ad un'escalation militare". Reazioni contrapposte nella coalizione di centrodestra dove il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha duramente condannato l'attacco. "Cercano ancora le armi di distruzione di massa di Saddam, paghiamo ancora oggi per la folle guerra in Libia e qualcuno dal grilletto facile spara altri 'missili intelligenti' ed interviene in aiuto dei terroristi islamici. Pazzesco", ha scritto in un tweet il leader del Carroccio che, però, è stato duramente criticato da Silvio Berlusconi. "In queste situazioni è meglio non pensare e tacere - ha detto il leader di Forza Italia - giustificando l'attacco e definendolo "mirato alla distruzione dei siti di produzione di armi chimiche, in base al principio internazionale che condanna queste armi".

Merkel: 'Intervento necessario'

Il governo tedesco, pur non avendo supportato con mezzi militari l'attacco contro il governo siriano, lo sostiene comunque nelle parole della cancelliera Angela Merkel. "La Germania non prenderà parte alle azioni militari, ma l'intervento è stato comunque necessario ed appropriato dopo quanto accaduto". Il riferimento è ovviamente al presunto attacco chimico a Douma dello scorso fine settimana.

Assad: 'Gli attacchi subiti aumentano la nostra determinazione'

"Proseguiremo a distruggere il terrorismo in ogni angolo della Siria". Sono le prime dichiarazioni del presidente siriano, Bashar al-Assad. "Gli attacchi subiti aumentano la nostra determinazione", ha aggiunto, sottolineando che "l'Occidente ha agito solo perché ha perso ogni controllo nel conflitto del nostro Paese".

UE informata sul raid

"Eravamo a conoscenza dei bombardamenti sulla Siria, l'Unione era stata preventivamente informata". Lo ha specificato Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera di Bruxelles. "Noi - ha aggiunto - sosteniamo tutti gli sforzi per prevenire l'uso di armi chimiche. Invitiamo Russia ed Iran ad usare la loro influenza su Damasco per fare altrettanto".

Mosca: 'I missili lanciati contro le basi sono stati abbattuti'

Secondo il rapporto del Cremlino, tutti i missili lanciati contro le basi militari siriane sono stati abbattuti dalla contraerea. "I raid avevano nel mirino le basi di al-Shayrat (colpita lo scorso anno dopo il presunti attacco chiimico a Khan Sheikhun), Blei, Dyuwall ed al-Dumayr - ha spiegato il generale russo Serghej Rudskoi - ma i missili lanciati contro queste basi sono stati tutti abbattuti".

'Azione insignificante': le milizie islamiste deluse dall'attacco

Le milizie islamiste di Jaysh al-Islam, gruppo estremista dei ribelli anti-Assad che fino a pochi giorni fa resisteva ancora all'assedio dell'esercito siriano nella Ghouta Orientale, avrebbero espresso delusione per il raid missilistico su Damasco ed Homs. La notizia è stata riportata dalla BBC. "Un'azione insegnificante", ha detto il leader Mohammed Alloush che teme adesso la ritorsione violenta da parte delle forze governative. L'ultima roccaforte dei ribelli di matrice jihadista si trova nella provincia di Idlib.

Jet russi in volo sulla Siria

Mosca non vuole correre alcun rischio e, sebbene abbia lodato la contraerea siriana in grado di abbattere numerosi missili, sta prendendo le sue contromisure militari.

In queste ore sono sono parecchi i velivoli russi che percorrono a scopo perlustrativo i cieli siriani, azioni confermate dal capo di Stato maggiore, il generale Serghej Rudskoi.

May a Gentiloni: 'Non influiremo sulla questione siriana'

Intanto c'è stato un colloquio telefonico tra il premier italiano Paolo Gentiloni ed il primo ministro britannico, Theresa May. Quest'ultima ha confermato che, da parte delle forze coordinate che hanno lanciato l'attacco, "non c'è alcuna intenzione di influire sulla questione siriana. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - era quello di limitare la capacità dell'arsenale chimico. Ci opponiamo però ad un'escalation militare". Tutti punti che hanno trovato il pieno accordo di Gentiloni.

Ong conferma: 'Oltre la metà dei missili distrutti dalla contraerea siriana'

Oltre la metà dei missili lanciati sul territorio siriano sarebbero stati intercettati sulla contraerea. I dati forniti dall'Osservatorio siriano per i diritti umani sono molto simili a quelli del Cremlino. Secondo la nota Ong con sede nel Regno Unito, le forze di difesa di Damasco hanno distrutto 65 dei 103 missili diretti sul territorio. La Russia ne aveva contati 71.

Riunione urgente Consiglio sicurezza ONU

Il Cremlino ha chiesto ed ottenuto la riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti che si terrà questo pomeriggio alle 17 (ora italiana, a New York saranno le 11, ndr). La Russia vuole discutere quanto accaduto con i rappresentanti del Palazzo di Vetro.

USA: 'distrutto arsenale chimico di Damasco'

Per il Pentagono, il raid missilistico della scorsa notte è stato "un grande successo". Secondo lo Stato maggiore della difesa statunitense, "i bombardamenti mirati hanno indebolito la possibilità che il governo di Assad metta in atto altri attacchi chimici in futuro, perché buona parte del loro arsenale è andato distrutto".

Mosca: 'Gli americani vogliono rianimare i ribelli e deporre Assad'

Nuove, durissime accuse nei confronti di Washington arrivano dal Cremlino. "Gli USA hanno un unico obiettivo, insieme ai loro alleati vogliono rianimare con la forza i ribelli ormai sconfitti e deporre il presidente Assad dal governo di Damasco". Lo ha detto a chiare lettere Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo. Le dichiarazioni della Zakharova sono state diffuse dall'agenzia Interfax. L'esponente della diplomazia di Mosca ha rincarato la dose, parlando di "duro colpo inferto non solo ad un punto geografico del mondo, ma al diritto internazionale ed all'intero sistema della diplomazia mondiale".

Nuovi attacchi? L'ambasciatrice britannica all'ONU risponde 'no comment'

"No comment". È stata la risposta di Karen Pierce, ambasciatrice del Regno Unito all'ONU in merito alla domanda di alcuni cronisti che le chiedevano la possibilità di nuovi attacchi sulla Siria. I pareri finora sono contrastanti, la Casa Bianca subito dopo raid ha detto a chiare lettere che "l'azione non si è ancora conclusa". Decisamente l'opposto aveva dichiarato il ministero degli esteri francese. Intanto hanno preso il via i lavori del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Putin chiede le prove dell'attacco chimico, ma incassa il 'no' della Francia

Il presidente russo Vladimir Putin ha ufficialmente chiesto al suo omologo francese Emmanuel Macron di condividere con il Cremlino le citate prove (che il capo dell'Eliseo ha sostenuto di avere) in merito al presunto attacco chimico a Douma che, secondo Washington, Parigi e Londra è stato commesso dall'esercito regolare siriano. Macron ha però respinto la richiesta di Mosca. "Putin ha chiamato telefonicamente Macron - ha spiegato il ministro degli esteri russo, Serghej Lavrov - e nel corso del colloquio ha chiesto, alla luce delle pubbliche affermazioni del presidente francese, di condividere con la Russia tali inconfutabili prove". Secondo quanto affermato da Lavrov, Macron ha sostenuto che i dati non possono essere forniti perché "si tratta di dati segreti e non sono nostri".

L'ONU non condanna l'attacco alla Siria

La Russia ha posto all'attenzione del Consiglio di sicurezza una bozza di risoluzione con cui ha chiesto ai componenti dello stesso di "condannare l'aggressione contro la Siria da parte di Washington e dei suoi alleati, perché sferrato in violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite". Il testo però è stato bocciato a larga maggioranza con soltanto 3 voti a favore su 15 (hanno votato a favore oltre la Russia anche Cina e Bolivia). "L'azione della scorsa notte è stata un deterrente all'uso di armi chimiche - ha detto il vice presidente americano Mike Pence - ed un chiaro messaggio ai governi di Damasco e Mosca".

Haley: 'Pronti a colpire ancora, se serve'

"Le nostre armi rimangono cariche". Lo ha detto a chiare lettere Nikki Haley, ambasciatrice americana all'ONU, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza al Palazzo di Vetro. "Il nostro presidente ha tracciato una linea rossa che bisogna mantenere e se il regime siriano userà ancora i gas tossici, siamo pronti a colpire ancora".

Washington rende noti gli obiettivi colpiti dai missili

Dunque, sarebbero stati un centinaio di missili lanciati su obiettivi sensibili tra Homs e Damasco. Più della metà, comunque, sarebbero stati abbattuti dalla contraerea siriana. Sono 6 i siti colpiti: secondo Washington si tratta di un centro di sviluppo dei gas tossici e di un magazzino per armi chimiche nella provincia di Homs, un laboratorio di ricerca a Damasco ed un centro ricerche a Jomrayah, l'aeroporto militare di Mezzeh e la base di al-Kiswah.