Spiedini di topo e nutrie arrosto sulle bancarelle del mercato. E’ questo lo sconvolgente ‘street food’ a chilometro zero scoperto dai vigili urbani di Torino nel corso di controlli nello storico mercato di Porta Palazzo. Prelibatezze molto apprezzate, a quanto pare, dagli immigrati nigeriani che acquistavano il cibo da loro connazionali che si rifornivano della ‘materia prima’ lungo le rive del Po dove, da qualche tempo, la proliferazione delle nutrie è diventato un problema non trascurabile.

Topi e nutrie, lo ‘street food’ a Km. 0 al mercato di Porta Palazzo di Torino

Un blitz dei vigili urbani di Torino ha posto fine ad un mercato illegale di strane cibarie che aveva attirato la loro attenzione nel corso dei periodici controlli sulle attività commerciali nel mercato di Porta Palazzo, il più grande del capoluogo sabaudo. Coadiuvati dagli agenti del commissariato di zona, i vigili hanno osservato per settimane i movimenti di alcune donne nigeriane che erano solite sistemarsi all’altezza del civico 119 di corso Regina Margherita con trolley pieni di cibi conservati sotto sale. Si trattava, con ogni evidenza, di alimenti da loro stesse preparati a casa e poi venduti per pochi euro ai loro connazionali.

L’intento delle autorità era quello di intervenire in un evidente caso di commercio di alimenti mal conservati ed in condizioni igieniche a dir poco precarie, ma quando sono intervenuti sono dovuti ricorrere alle analisi dei veterinari dalla Asl per capire di cosa si trattasse. E qui la sconvolgente sorpresa. Oltre a lumache e pesci gatto sono spuntati, infatti, spiedini di Topo e tre grosse nutrie arrosto.

Le venditrici nigeriane, alla vista dei vigili, sono riuscite a fuggire, tranne una che è stata fermata e denunciata per la violazione della legge che disciplina l’igiene della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.

L’emergenza nutrie lungo il Po a Torino

Le nutrie sono grossi roditori che vivono lungo le sponde dei fiumi.

La specie è originaria del Sud-America e fu importata in Europa, dove non teme predatori naturali, negli anni '50 del secolo scorso a fini di allevamento da pelliccia (castorino). Con il crollo del mercato delle pellicce, i roditori sono stati liberati dagli allevamenti dove erano rinchiusi infestando le rive di fiumi arrecando danni a causa della loro voracità di vegetali e delle tane che indeboliscono gli argini. Torino non fa eccezione, tanto da costringere la Città Metropolitana a varare un piano di contenimento per fronteggiare l’emergenza nutrie. Un piano che, sicuramente, non contempla lo sfruttamento del canale ‘street food’ come soluzione del problema.