Nel sangue del bimbo di 18 mesi morto a Parma sono state trovate tracce di metadone. Lo testimonia il referto degli accertamenti tossicologici. Perché il potente analgesico, solitamente somministrato agli eroinomani, è finito nel sangue del piccolo? Dovranno essere effettuate altre indagini, comunque, per scoprire se sia stato il metadone a stroncare il bambino. Il padre e la madre del minore sono tossicodipendenti ma, in base alle ultime informazioni, non partecipano a nessun programma di disintossicazione presso il Sert.

Genitori avevano detto di avergli dato un po' di paracetamolo

Gli investigatori stanno cercando di scoprire come hanno fatto i genitori del bimbo deceduto a Parma a reperire il metadone, visto che non si stanno disintossicando. Quando la coppia aveva portato il piccolo in ospedale, aveva detto ai sanitari di avergli dato un po' di paracetamolo per far scendere la febbre. I poliziotti, durante la perquisizione della casa della coppia, non ha scoperto nessuna confezione di metadone. Bisogna precisare, comunque, che le forze dell'ordine erano arrivate nell'abitazione dopo svariate ore dal ricovero del bimbo in ospedale.

La morte del piccolo Mirò

Non è la prima volta che dei genitori somministrano metadone ai figli piccoli.

Era successo anche nel 2014. Anche il piccolo Mirò, come il bimbo di Parma, era poi deceduto. In quel caso il padre e la madre avrebbero somministrato metadone al figlio di 30 mesi per calmarlo. Nelle ultime settimane la coppia (lei 32 anni, lui 38) è stata condannata. Il gup Paola Faggioni ha condannato a 9 anni di reclusione la mamma e il padre di Mirò per omicidio preterintenzionale pluriaggravato.

Alberto Lari, il pm, aveva chiesto 12 anni di reclusione per la donna e 10 anni e 8 mesi per l'uomo. I due, 32 e 38 anni, sono accusati di omicidio preterintenzionale pluriaggravato.

Il padre e la madre di Mirò, inizialmente indagati per omicidio volontario, hanno sempre affermato che il bambino stava male, aveva la febbre ed era inappetente.

Dagli accertamenti, invece, era emerso che Mirò aveva mangiato il giorno precedente alla morte e perciò godeva di buona salute. Il medico legale, dopo un esame accurato del corpicino del bimbo, ha scoperto che la coppia somministrava metadone quasi ogni giorno al figlio per rasserenarlo.

Somministrare metadone a un bimbo significa esporlo a una serie di grossi rischi e, addirittura, alla morte. Lo testimoniano i recenti fatti di cronaca. L'analgesico viene assunto solitamente dai tossicodipendenti che hanno deciso di disintossicarsi. La sostanza può essere somministrata dal pediatra ai neonati in crisi d’astinenza perché hanno madri eroinomani.