Un 23enne originario del Togo era arrivato in Italia e poi aveva continuato il suo viaggio verso la salvezza e la dignità. Si era fermato in Germania, nazione in cui aveva richiesto asilo. Le autorità tedesche hanno respinto la richiesta ed hanno rispedito il profugo nel Bel Paese. Questa è, per sommi capi, la vicenda che ha sollevato numerose polemiche in Germania, e non solo. Il togolese era stato ghermito un paio di settimane fa dai poliziotti tedeschi e riconsegnato alle autorità italiane. Un caso che riapre la discussione sulle modalità di gestione delle espulsioni da parte delle autorità tedesche.
Le proteste dei migranti nel centro di accoglienza tedesco
La notizia dell'espulsione del togolese aveva fatto indignare i 200 africani che soggiornano in un centro di accoglienza tedesco. I poliziotti erano stati anche costretti ad usare la forza per reprimere la forte contestazione dei migranti, che offendevano e minacciavano la Polizia. Dopo aver preso in custodia il migrante, gli agenti hanno arrestato 7 africani per furto, spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale. La storia del migrante togolese spedito in Italia, comunque, permette di riflettere anche sullo stato dei centri di accoglienza tedeschi, diventati dei meri ricoveri pieni di violenza, illegalità e degrado.
Il ministro degli Interni del Bad-Wüttemberg, Thomas Strobl, ha confermato l'espulsione del togolese dalla Germania e la sua estradizione in Italia.
L'africano era stato arrestato lo scorso 3 maggio a Ellwangen. Molti, in queste ore, stanno contestando la misura adottata dalla Germania, ma in realtà tale nazione non ha violato nessuna norma, rispettando invece le regole di Dublino. L'attuale normativa prevede che un migrante fermato in un Paese Ue debba essere rispedito nella nazione dove era stato registrato per la prima volta.
Germania teme modifiche delle regole di Dublino
L'immigrato togolese cacciato recentemente dalla Germania era stato, appunto, registrato per la prima volta in Italia. Il caso fa capire bene il motivo per cui diversi politici, Salvini in primis, intendono modificare le regole di Dublino. Nei mesi scorsi, il tabloid tedesco Deutsche Welle aveva sottolineato il timore della Germania di un'eventuale modifica delle regole di Dublino, ritenendo che le nuove norme potrebbero aumentare sensibilmente il numero dei profughi che la nazione sarebbe obbligata ad accogliere.
La nuova normativa prevede che i migranti non sono più obbligati a chiedere asilo alla nazione di primo approdo. La richiesta va fatta in base a un piano di distribuzione prefissato dall'Ue. Le nuove regole mirano ad evitare che nazioni come Italia, Spagna e Grecia diventino ricettacoli di richiedenti asilo.