L'ennesimo caso di violenza domestica ha portato l'Italia ad avere una sanzione da parte della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo per "violazione del diritto alla vita e del divieto di trattamenti inumani e degradanti, nonché del divieto di discriminazione". In particolare, dopo numerose denunce da parte di una donna nei confronti del proprio marito per maltrattamenti, lesioni e minacce, non vengono disposte le misure di tutela necessarie e, poco dopo, l'uomo uccide suo figlio e tenta di togliere la vita alla moglie.

È così che, solo lo scorso anno, il giudice europeo riconosce all'Italia la violazione dell'Articolo 2 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.

Oggi, l'Italia sembra muoversi in avanti. il csm ha infatti redatto un documento con delle nuove linee guida per trattare i processi di violenza di genere e domestica, con l'intento di salvaguardare le vittime e mettere un freno ai casi di violenza di genere, definiti una vera e propria "emergenza nazionale".

Cosa cambia

Il vademecum, rivolto sopratutto ai giudici e alla polizia giudiziaria, stabilisce che i reati e i processi debbano essere assolutamente seguiti e trattati solo da chi ha già avuto esperienza nel campo e che ogni tribunale sia provvisto di una sezione che si occupi esclusivamente di violenza di genere, violenza domestica e femminicidi, al fine di velocizzare i processi. Inoltre, le vittime non dovranno testimoniare stando di fronte al proprio aggressore, al fine di preservare la loro integrità psicofisica.

Delle norme importanti che forse segnano un punto di svolta in Italia e volte sopratutto a far sentire le vittime di questo genere di violenze tutelate e protette.

La violenza di genere in Italia

In Italia, ad oggi, si tende ancora molto a sottovalutare il problema della violenza di genere e degli abusi, che spesso sfociano in vere e proprie tragedie.

Difatti, ben un italiano su sei crede che la colpa di tale violenze sia attribuibile alla donna, secondo una ricerca svolta da Ipsos per WeWorld Onlus. In particolare, una cospicua percentuale degli intervistati asserisce che la violenza di genere sia "la naturale e istintiva reazione a una provocazione della donna", che se una donna che subisce violenze da parte del marito non fa nulla, e poi viene di nuovo picchiata o abusata, debba essere disposta a prendersene in parte la colpa, che le donne non debbano indossare abiti provocanti e che è naturale che un marito tradito diventi violento. Dati preoccupanti e condivisi non solo dalla sfera maschile, ma anche da parte di quella femminile e che sottolineano quanto il fenomeno in Italia sia in parte radicato nella cultura patriarcale.