E' tornato in libertà da qualche giorno Rasty Kilo, al secolo Riccardo Puggioni, il rapper romano originario di Ostia che era stato tratto in arresto nell'aprile del 2017, in seguito ad una perquisizione delle forze dell'ordine. L'artista era stato trovato in possesso di un chilogrammo di marijuana, il dettaglio, venuto fuori solo negli ultimi giorni, ha suscitato l'ironia di alcuni sui social network, dato che la parla "Kilo" è presente anche nel nome d'arte del rapper.

Ironia che non è stata sicuramente l'ingrediente principale dei 400 giorni di detenzione vissuti agli arresti domiciliari dall'autore di 'Soldi e paura mai avuti', che in una recente intervista ha voluto definire questo periodo come un vero e proprio incubo: 'E' stato un inferno [...] per dieci mesi sono rimasto a letto, ero depresso e dipendente dallo Xanax, non avevo neanche la possibilità di ricevere visite, fatta eccezione per mio figlio.'

Accanimento per colpa del rap? Alla fine anche il mio avvocato mi ha dato ragione

Una detenzione lunga, una pena sicuramente elevata per il reato commesso, che il rapper appena tornato in libertà non ha esitato a descrivere come eccessiva, sottolineando come, secondo il suo punto di vista, la sua musica – uno street Rap intriso dell'odore della periferia, tanto reale quanto crudo, pregno di storie di spaccio e di descrizioni non esattamente lusinghiere nei confronti delle istituzioni e degli appartenenti alle forze dell'ordine – abbia contribuito ad incrementarla.

Queste le parole di Rasty Kilo: "Come pena è alta, i giudici si sono impuntati sul fatto che faccio rap. [..] Io tocco certi argomenti nelle mia tracce, è normale che stia molto antipatico [..] Un carcerato qualunque, anche se si trova in galera, ha diritto ad un'ora d'aria, e solitamente chi si trova agli arresti domiciliari ne ha due.

Io invece non ho avuto neanche quelle, me le hanno negate. [...]

All'inizio il mio legale diceva che non era possibile che un accanimento del genere fosse dovuto al mio rap, poi un giorno mi ha telefonato e mi ha detto: 'Ok, al novanta per cento hai ragione tu'. [..]

Io non mi considero un criminale.

[..] Credo che mi abbiano rubato un anno di vita, e adesso che finalmente ho di nuovo voce, voglio dire che, proprio come è successo a me, ci sono migliaia di altre persone, spesso giovani, che stanno pagando per queste st******e.'

Noyz Narcos e Night Skinny

Nella parte finale dell'intervista il rapper ha raccontato la rocambolesca realizzazione del brano e del video di 'Vuoi parlarmi di cosa', pubblicato il giorno seguente al rilascio, e realizzato su una produzione di Night Skinny, che per l'occasione si è anche dovuto trasformare in videomaker.

Spazio anche per un piccolo momento ironico, quando l'intervistatore ha azzardato una battuta, affermando che forse sarebbe stato meglio chiamarsi 'Rasty Grammo' piuttosto che 'Rasty Kilo'. Per tutta risposta l'artista ha spiegato come il suo nome originario fosse 'Rasty Killa', ma venne poi cambiato su suggerimento dello storico amico e collaboratore Noyz Narcos.