A Milano, nel quartiere sud-est di Rogoredo, abbandonato dal Comune da anni, lo spaccio di droga prosegue e miete vittime nonostante i diversi blitz organizzati dalle forze dell'ordine. Ottobre 2018 dovrebbe essere la data di fine lavori prevista per l'edificazione di un'opera muraria di 600 metri affidata alla Rete Ferroviaria Italiana che sorgerà a protezione dei binari dell'Alta velocità.
Recinzioni, l'inefficiente misura preventiva
Il primo tentativo di arginare lo spaccio di stupefacenti dilagante nei pressi delle stazioni ferroviarie lombarde, è stato l'apposizione di recinzioni a protezione dei binari: questa soluzione, destinata a essere solo temporanea, non ha fermato i pusher che hanno proseguito con le proprie attività indisturbati e, anzi, si sono ritrovati maggiormente protetti.
Un muro invalicabile potrebbe essere dunque la soluzione definitiva per bloccare numerose vie di fuga attraverso le quali gli stessi spacciatori si mettono in pericolo, rischiando di trovarsi sotto al treno di passaggio. Queste sono alcune delle riflessioni e decisioni recentemente approvate dal Comitato provinciale presieduto dal prefetto Luciana Lamorgese.
Il numero di retate è ancora insufficiente e le indagini necessitano di avere a disposizione ulteriori strumentazioni. Nonostante siano stati recentemente arrestati 3 nordafricani e registrate 22 persone sospette trovate nei pressi di via Orwell da parte dei militari della compagnia di Milano Porta Monforte, i pendolari non possono sentirsi al sicuro e l'area da pattugliare è troppo estesa per poter essere affidata a servizi privati, tentativo già fallito in precedenza.
Le zone ad alto rischio
Nei pressi delle stazioni e nelle vicinanze dei passaggi a livello non è difficile scorgere pacchettini misteriosi abbandonati in prossimità delle rotaie, né incontrare persone che si aggirano con aria concitata e circospetta. Non solo la stazione di Rogoredo rappresenta un sicuro luogo di scambio per i pusher: molti edifici a poche decine o centinaia di metri versano in uno stato di degrado e totale abbandono, parzialmente distrutti o addirittura mai terminati.
Questi sono i luoghi da dove le "vedette" sorvegliano l'intera zona, scorgendo facilmente le volanti della polizia e fornendo agli spacciatori la possibilità di scappare utilizzando proprio punti di passaggio che collegano i due versanti della ferrovia.
Ed è ancora il Parco Sud a finire nel mirino, affidato dal Comune a Italia Nostra per subire degli interventi di bonifica e riqualificazione e ripulito da alcune baracche temporanee da parte di alcuni mezzi dell'Amsa.
A meno di venti minuti di cammino dall'Abbazia di Chiaravalle, all'ingresso situato in via Sant'Arialdo, cumuli di spazzatura viziano l'aria e gruppi di ragazzi confusi sotto l'effetto dell'abuso di 'canne' e altre sostanze stupefacenti si aggirano o si avviano verso il cuore dello spaccio. Oltre ai 600 metri di muro previsti al fine di mantenere l'ordine e la sicurezza pubblica, saranno installate 60 telecamere, un significativo contributo alle indagini tutt'ora in corso delle nostre forze dell'ordine.