Droga, tantissima droga che riforniva abbondantemente tutto il mercato della Sardegna. Cocaina e hascisc che – secondo quanto accertato dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari – veniva acquistata, trasportata e “lavorata” da una banda composta da ben 52 persone. Molti insospettabili ma anche volti noti come Graziano Mesina e Alessandro Farina che –secondo la Dda – sarebbero entrati a far parte del giro di droga che arrivava direttamente dal Sud America, dalla Spagna e anche dalla Gran Bretagna. Chili e chili di cocaina e marijuana che sarebbero stati spacciati in tantissime piazze della Sardegna, da “insospettabili”.

La banda infatti copriva tantissimi luoghi dove abitualmente si trova la droga. Nelle piazze di Serramanna, Terralba, Ales, San Gavino Monreale, Nuoro, Posada, Olbia, Ittiri, Ozieri e Sassari. Un giro d’affari impressionante – gestito da capi “importanti” – e mandato avanti da insospettabili studenti universitari, lavoratori o giovani di buona famiglia che alimentavano il mercato dello spaccio di droga in tutta la Sardegna.

Lunghe indagini

Le 52 persone indagate dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari sono state messe sotto la lente di ingrandimento dagli investigatori della Procura della Repubblica di Cagliari che –dopo decine di intercettazioni ambientali e telefoniche – hanno tirato fuori i nomi della “cupola” che gestiva un’ampia fetta di mercato della droga in Sardegna.

Le accuse mosse dagli inquirenti per molti di loro sono pesantissime: “associazione finalizzata all’acquisto, poi alla distribuzione e anche allo spaccio di sostanze stupefacenti”, si legge nelle carte firmate dalla Procura di Cagliari. “Un'organizzazione – si legge nero su bianco – che aveva contatti in diverse parti del mondo e che quindi coinvolgeva anche criminali internazionali”, spiegano gli investigatori.

“Una banda specializzata nel traffico di cocaina e hashish – spiegano – che non aveva problemi a contattare fornitori sudamericani, spagnoli o inglesi”.

Ad ognuno il suo compito

Nella banda sgominata dalla Dda ognuno aveva il suo ruolo preciso. C’era chi infatti si occupava di contattare i fornitori della sostanza stupefacente.

Altri invece si occupavano del trasporto e della distribuzione. E altri ancora invece erano gli addetti all’organizzazione della vendita al dettaglio, che veniva effettuata da tantissimi “insospettabili”. Ragazzi e ragazze di buona famiglia che venivano contattate per far girare la droga nelle diverse piazze dello spaccio. L’organizzazione poi era efficientissima: nei periodi “pericolosi” infatti la droga veniva nascosta lontano da occhi indiscreti. In alcuni casolari di campagna, in particolare nella zona di Ozieri, dove rimaneva nascosta in attesa del calmarsi delle acque.