Martedì scorso, la Corte d'Appello di Grenoble ha confermato la condanna a 18 mesi di reclusione (pena sospesa) emessa in primo grado per lo psichiatra Lekhraj Gujadhur, oggi in pensione. L'uomo lavorava presso il Centro ospedaliero di Saint-Egrève (Isère) ed aveva in cura un paziente schizofrenico. Quest'ultimo, 10 anni fa, fuggì dalla struttura sanitaria e si recò con un bus a Grenoble, dove uccise uno studente universitario di 26 anni. Il pensionato è stato condannato perché aveva permesso al paziente schizofrenico di stare da solo nel parco del Centro ospedaliero.

Il malato, all'epoca 56enne, era riuscito a darsi alla fuga proprio durante una delle uscite.

La vittima studiava ingegneria meccanica

I genitori di Luc Meunier, studente di ingegneria meccanica ucciso dallo psicolabile nel 2008, hanno esultato dopo la condanna dello psichiatra Gujadhur. I familiari della vittima erano in aula al momento della lettura della sentenza. L'imputato settantenne, invece, non era presente. C'era solo il suo avvocato, Jean-Ives Balestas, che si è detto deluso per la decisione dei giudici, annunciando che molto probabilmente verrà proposto ricorso in Cassazione. Secondo il legale, la sentenza dei giudici d'Appello turberà non poco gli psichiatri francesi, che avranno timore di essere perseguiti.

Psicolabile aveva già cercato di uccidere

Lo schizofrenico Jean-Pierre Guillaud aveva già cercato di accoltellare altre persone e, nonostante ciò, il suo psichiatra lo aveva autorizzato a trascorrere un po' di tempo, ogni giorno, nel parco della struttura sanitaria francese. Lo psicolabile non era sorvegliato e, un giorno, in preda a un raptus, era riuscito a scappare.

Jean-Pierre si era allontanato dal Centro ospedaliero con un autobus; poi aveva acquistato un coltello e colpito la prima persona avvistata in strada, il povero Luc Meunier. Il caso sollevò polemiche e l'allora presidente francese, Nicolas Sarkozy, sollecitò una riforma della psichiatria.

Il dottor Pierre Cornier, primario dell'ospedale psichiatrico da cui era fuggito Guillaud, aveva cercato di giustificare lo psichiatra Gujadhur sostenendo che nulla aveva fatto presagire la pericolosità dello schizofrenico: "Se avessimo avuto anche il minimo dubbio, avremmo limitato le sue uscite". Il primario aveva anche sottolineato che il malato di mente era sotto effetto di farmaci pesanti e non aveva mostrato segni di riacutizzazione del suo processo patologico.