L'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, atteso per il 12 giugno prossimo, è sempre più in dubbio, e a crederlo sono gli stessi consiglieri del presidente americano.

La notizia è stata sostenuta e divulgata dalla CNN, che ha citato fonti molto autorevoli dell'amministrazione statunitense. Il primo a mettere in discussione l'incontro era stato proprio il presidente nordcoreano Kim Jong-un, indicando che non avrebbe mai accettato il diktat unilaterale imposto dagli Stati Uniti riguardo alla denuclearizzazione.

Il pallino di Donald Trump, così come di tutta la comunità internazionale, è rappresentato dal nucleare nelle mani di Kim Jong-un. Per quanto possa essere pericoloso e grave, viene in mente la visone machiavellica della guerra. Niccolò Machiavelli definiva le cause della decadenza italiana come troppo legate ai motivi militari, senza considerare gli aspetti politici, economici e sociali. Questo è esattamente ciò che Trump e la comunità internazionale attuano nei confronti del dittatore nordcoreano: dimenticano gli aspetti politici, economici e sociali della Corea del Nord, e si rifugiano solo nelle paure di un'eventuale guerra nucleare. Legittimo, ma non assoluto.

Trump: cellulari a rischio spionaggio

Questa non è l’unica brutta notizia che riguarda il leader della Casa Bianca, e non è l'unico aspetto che lo avvicina ad una machiavellica memoria. Infatti il presidente statunitense sarebbe ad alto rischio spionaggio a causa della sua resistenza ai continui tentativi di intensificare e rafforzare la sicurezza del suo cellulare.

Fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump è stato sempre restio a perseguire le precauzioni prese dai suoi predecessori. Infatti continua imperterrito ad usare smartphone non sufficientemente protetti dal rischio di hacking o di sorveglianza. A rivelarlo è "Politico", un quotidiano americano, che ha citato due funzionari dell'amministrazione USA.

Trump userebbe due iPhone, di cui uno abilitato solo alle chiamate, e l'altro soltanto a Twitter e ad un numero prestabilito di siti. Una prassi consigliata, anche a livello aziendale, è quella di sostituire, almeno una volta al mese, il telefono usato per mandare tweet e collegarsi ad internet, ma il presidente l'ha sempre giudicata un'operazione scomoda. In questo modo, il magnate americano ha semplicemente dimostrato di avere dei limiti sul piano tattico e militare, ignorando l'evoluzione di questi nel tempo.

I funzionari sentiti da "Politico" hanno anche raccontato che Trump sarebbe stato per cinque mesi consecutivi senza sottoporre il telefono ai controlli basilari di routine. Tutto ciò accresce il rischio di numerose falle di sicurezza che, se scovate, permetterebbero di monitorare gli spostamenti del presidente.

Barack Obama, ad esempio, consegnava i suoi smartphone ai tecnici della sicurezza ogni trenta giorni e, inoltre, tutti i dispositivi usati non avevano né videocamera né microfono, e potevano essere utilizzati solo per scrivere messaggi ed email.