Nella notte tra sabato e domenica, un ragazzo è stato aggredito al parco della Colletta di Torino, nelle vicinanze del cimitero Monumentale. Il ventottenne si trovava nei pressi dell'uscita di un locale, dove si era recato con degli amici, e pare si trovasse accanto alla sua auto parcheggiata, quando sarebbe stato raggiunto da un colpo in testa. Quando la vittima ha perso i sensi, l'aggressore ne avrebbe approfittato per sottrargli il portafogli, le chiavi della macchina e persino le sigarette.

Il giovane è stato ricoverato all'ospedale Molinette, dove gli è stato diagnosticato un lieve trauma cranico e una frattura al naso, prima di essere dimesso dopo appena ventiquattro ore.

Aggressione omofoba o rapina?

Un fatto di cronaca come tanti, se non fosse stato per il ruolo del ragazzo, un attivista dell'associazione Lgbt Diritti e Libertà. L'organizzazione ha definito l'intera vicenda come un'aggressione omofoba, nonostante i ricordi del ragazzo sembrino far propendere per una rapina particolarmente violenta, non riconducendo in alcun modo ad una rappresaglia contro i difensori dei diritti Lgbt.

Come spesso accade in queste circostanze, una notizia apparentemente innocua rischia di essere strumentalizzata, con il concetto di omofobia che viene sminuito nel suo significato più profondo, trasformato in una sorta di strumento di propaganda, utilizzato per racimolare proseliti, impietositi dalla vicenda della povera vittima.

L'ingigantire una news con l'unico scopo di attirare le simpatie di quella fetta di indecisi del popolo del web che non prendono apertamente posizione, o che si limitano a parteggiare per i diritti Lgbt comodamente seduti dietro i loro computer, è un'azione che rischia di offendere le vere vittime di aggressioni omofobe, trasformandosi rapidamente in cattiva pubblicità per l'associazione stessa.

La violenza è utile alla propaganda?

Il messaggio che passa attraverso questi avvenimenti, infatti, potrebbe non essere favorevole all'associazione, che sembra voler disperatamente catalizzare le attenzioni del pubblico, manipolando una semplice aggressione per trasformarla a seconda delle necessità del momento. Ed è così che un ladro come tanti, all'improvviso può diventare un omofobo, un retrogrado ed un uomo così violento da essere disposto a picchiare qualcuno solo per un'ideologia quando, in realtà, lo scopo di quell'uomo era quello di sottrarre soldi e sigarette.

Allo stesso tempo, un ragazzo derubato da un ladro, diventa tutto ad un tratto una vittima della persecuzione ideologica più discussa dei giorni nostri.

E pensare che non sarebbe necessario inventare notizie inesistenti o ricamare su quelle già esistenti; basterebbe portare all'attenzione dei giornali i tanti casi di omofobia che quotidianamente si verificano nel mondo. La battaglia per i diritti Lgbt è già ritenuta di primaria importanza dalla popolazione, è già ben vista e valutata dalla maggior parte della gente e gode della simpatia di molti, indubbiamente anche grazie ai gay pride e all'aspetto festoso che questi eventi assumono agli occhi dell'opinione pubblica.