Alberto Delfini, un cameriere di 25 anni, era stato ritrovato morto con un colpo di arma da fuoco al collo nella notte tra l 11 e il 12 Maggio nelle campagne di Castel Madama vicino a Roma L'allarme alle forze dell'ordine,sarebbe stato dato, nella tarda serata del 12 Maggio, da parte di alcuni passanti che si sono resi conto della presenza di una sagoma nei campi . Una volta giunti sul posto i Carabinieri hanno individuato immediatamente la ferita da arma da fuoco al collo del giovane.
Ucciso con un fucile per 60 euro?
Le indagini lampo dei Carabinieri della Compagnia di Tivoli, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato all'arresto del suocero di 45 anni.
L'uomo,di cui ancora non si conoscono le generalità, avrebbe anche cercato di crearsi un alibi così da sviare le indagini, ripulendo la scena del crimine per far credere che si fosse trattato di un incidente. Dopo tre ore di serrati interrogatori davanti al Pubblico Ministero Luigi Pacifici, l'uomo è crollato confessando l'omicidio. L'arma utilizzata è un fucile semi automatico, risultato rubato,che l'indagato ha puntato in faccia ad Alberto Delfini dopo una lite, per i classici futili motivi: sembra che la vittima avesse un debito di 60 euro nei confronti del suocero.
L'esecuzione e dubbi sul movente
Ad onor del vero le indagini degli inquirenti si sono indirizzate fin da subito in ambito familiare.
La zona in cui è avvenuto il fatto è rurale e poco frequentata. Per questo è difficile passarci casualmente e la modalità in cui è stato ritrovato Alberto Delfini - accasciato con un proiettile conficcato nel collo -assomigliava più ad una esecuzione, piuttosto che non ad una rapina o un tentativo di violenza. Gli inquirenti stanno sviscerando anche il movente dell'omicidio, poiché il piccolo debito di cui era creditore l'uomo fermato, non convince del tutto gli investigatori Il giovane,che era diventato padre di un bambino da pochi mesi,viveva con la compagna (e figlia del reo confesso), nello stesso appartamento del suocero.
I dissidi sembrano essere scoppiati proprio a causa di questa nascita. Dalle prime ricostruzioni,l'uomo avrebbe attirato in quella zona desolata il genero, con la scusa di un chiarimento ma le intenzioni erano ben altre. ll fermato è stato trasferito presso il carcere di Roma Rebibbia, a disposizione dell'autorità giudiziaria, ed in attesa della convalida da parte del giudice del provvedimento restrittivo.