Uno sciatore senza identità, di cui conosciamo solo le iniziali “M.M.”, un fantasma venuto dal nulla, improvvisamente tornato tra noi dopo un sonno durato oltre cinquant’anni. È davvero affascinante il mistero che impegna da anni la polizia scientifica di Torino ed i medici legali di Aosta. Tutto è cominciato il 22 luglio del 2005, quando il ghiacciaio del Ventina, notevolmente ridottosi a causa dei cambiamenti climatici, ha improvvisamente restituito le spoglie di un uomo a circa 3.100 metri di altezza, in località Cime Bianche sul Cervino. Da quel momento è iniziato un lungo lavoro investigativo per dare un nome a quello sciatore.
Innanzitutto è partita una ricerca, purtroppo infruttuosa, negli archivi e sui giornali dell'epoca: non risultano denunce di scomparsa o riferimenti ad un incidente.
Uno sciatore benestante
A quel punto è iniziata un’attenta analisi degli oggetti rinvenuti, che hanno cominciato a “parlare” agli esperti chiamati a dare un volto all’uomo, fornendo numerose indicazioni e permettendo anche di immaginare alcuni particolari della vita di questo sfortunato sciatore. Innanzitutto la camicia con le iniziali “M.M.”, di un tessuto leggero, comprata in Francia: “Fabriqué spécialement pour Bodrigue-Par de Marly” riporta l’etichetta che gli investigatori sono riusciti a decifrare. Poi gli sci di ottima qualità, dei Rossignol fabbricati negli anni ‘40-’50, che ci dicono si trattasse di una persona benestante, così come i bastoncini, non in bambù, come si usava all’epoca, ma in pregiato metallo: roba da intenditori.
La nazionalità francese è indicata anche dagli scarponi in cuoio, di una marca, “Le Trappeur” un tempo celebre tra gli appassionati, ma da anni non più attiva.
Nessuno ha mai reclamato il corpo
Se dai resti dei vestiti si è potuta stimare un’altezza superiore al metro e settantacinque, gli occhiali che il misterioso sciatore portava con sé ci dicono che era miope.
Indossava un orologio Omega fabbricato nel 1950, di cui si è appreso che venne commercializzato nelle Colonie francesi: non sappiamo se l’uomo vivesse lì o l’avesse acquistato durante un viaggio. In tasca aveva una moneta da cinque lire, di quelle coniate fino al 1950. Infine possiamo intuire che fosse un vero appassionato di sci, visto che portava con sé un carnet da 60 corse valido per la funivia “Breuil Plan Maison”.
Insomma uno sportivo, ricco, elegante – come testimonia il foulard di seta rosso che indossava – e molto probabilmente francese, forse venuto a Cervinia da solo, visto che nessuno in tutti questi anni ne ha mai reclamato il corpo. Gli anziani del posto non ricordano nulla a riguardo, ma spiegano ai curiosi che, a quei tempi, i tracciati erano più pericolosi, senza indicazioni o pali, per cui gli sciatori erano obbligati a seguire le orme degli altri per non perdersi: è probabile che l’uomo sia finito fuori pista e precipitato in un crepaccio. Nel frattempo le ricerche non si fermano: è stato ricavato il Dna della vittima per poterlo confrontare con un eventuale parente, mentre un laboratorio specializzato di Firenze sta esaminando la sua dentatura. Si pensa anche di pubblicizzare maggiormente il ritrovamento in Francia, nella speranza che qualche congiunto si faccia vivo.