L'odissea della nave Aquarius, da giorni in navigazione nel Mediterraneo in cerca di un porto dove attraccare per consentire lo sbarco delle oltre 600 persone che sono a bordo, ormai stremate dal viaggio, ha fatto esplodere nuovamente la questione migranti. La decisione presa dal neo Ministro degli Interni Matteo Salvini di vietare l'ingresso della nave nei porti italiani ha fortemente indignato l'Unione Europea: nonostante questo, il governo appena insediato ha sostenuto la presa di posizione del vice premier, alimentando così un coro di proteste guidato dal presidente francese Macron.

Le dichiarazioni di Salvini sulla necessità di un cambiamento di rotta nella Politica europea dell'accoglienza hanno suscitato accese polemiche, sfociate nella decisione di annullare il vertice tra il presidente del consiglio italiano Conte e lo stesso Macron, decisione che in queste ore pare rientrata. Tuttavia resta la tensione tra i due governi.

Stop agli sbarchi in Italia, che è stata lasciata sola e non può continuare ad essere il rifugio di tutti i migranti: questo il veto posto da Salvini sulla possibilità di concedere alle navi delle Ong il permesso di entrare nei porti italiani. Ma che ruolo ha l'Italia nella Crisi Migratoria? È veramente l'unico Paese che in questi ultimi anni si è sobbarcato tutto il peso dell'immigrazione?

Vediamo un quadro della situazione a livello europeo e le principali criticità dell'accordo di Dublino.

L'accoglienza nell'UE: come funziona, sulla base del regolamento di Dublino

Il regolamento di Dublino, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2014, sancisce che la richiesta d'asilo da parte dei migranti giunti in Europa possa essere presentata solo nel primo Paese dell'Unione in cui mettono piede.

Così Italia, Grecia, Spagna e Ungheria diventano i "Paesi-frontiera" in cui i migranti possono richiedere di essere accolti.

È difficile stimare il numero di migranti presenti nei Paesi Ue perché, oltre ai richiedenti asilo, ci sono anche gli immigrati regolari, quelli irregolari e quelli in attesa che la loro domanda di asilo venga accolta.

In base ai dati forniti dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), alla fine del 2016 l'Europa ha accolto più di 5 milioni di rifugiati.

In testa alla classifica dei Paesi che hanno accolto più immigrati in proporzione alla popolazione figura la Svezia, con oltre 230.000 migranti: mediamente 23,4 rifugiati ogni 1000 abitanti. Segue Malta, la piccola isola del mediterraneo, che ha dato asilo a circa ottomila persone: quasi 18,3 migranti ogni 1000 abitanti. La Norvegia occupa la terza posizione, avendo dato accoglienza a quasi 60.000 rifugiati con una media di 11,4 migranti ogni 1000 abitanti. La Germania si piazza al quarto posto con 669.482 rifugiati e a seguire la Francia che ha accolto più di 300.000 profughi.

La Grecia e la Gran Bretagna occupano le ultime posizioni nella classifica dell'accoglienza. L'Italia, alla fine del 2016, aveva concesso asilo a 147.370 rifugiati, con una media di 2,4 migranti ogni 1000 italiani. Le richieste di protezione internazionale sono cresciute in maniera esponenziale nel 2017 quando hanno toccato quota centotrentamila.

I Paesi - frontiera e i ricollocamenti: i numeri aggiornati

Italia e Grecia sono considerati Paesi-frontiera poiché la vicinanza alle zone da cui partono i flussi migratori fa sì che qui si concentrino gli arrivi e qui vengano prestati i primi soccorsi nei vari centri di accoglienza. L'Unione Europea in diverse occasioni ha preso atto delle falle del regolamento di Dublino, finché nell'estate del 2015, di fronte alla crisi umanitaria scoppiata nel Mediterraneo, Bruxelles ha richiesto ai Paesi membri dell'Ue di dimostrare coi fatti la solidarietà ai Paesi-frontiera sottoscrivendo un programma che prevedesse il ricollocamento dei profughi richiedenti asilo.

L'impegno prevedeva che entro il 31 maggio un totale di 98.255 migranti, 34.953 provenienti dall'Italia e 63.302 dalla Grecia, avrebbero dovuto essere riallocati in altri Paesi dell'Ue. L'impegno è stato mantenuto solo in parte, dal momento che solo il 35% dei richiedenti asilo è stato accolto in un altro Paese.

Lo Stato che si è maggiormente fatto carico di accogliere i profughi in proporzione agli impegni presi è Malta, che ha superato la quota prevista e ha aperto le porte a 168 migranti rispetto ai 131 previsti. Anche Lussemburgo, Finlandia e Svezia hanno dato un notevole contributo nel dare asilo ai richiedenti.

Del tutto disatteso invece l'impegno della Repubblica Ceca che ha concesso asilo solo allo 0,44% dei 2.691 rifugiati che si era impegnata ad accogliere, della Slovacchia che ha accolto solo 16 migranti su 901 previsti, così come Austria, Croazia e Bulgaria, che non hanno onorato gli accordi presi.

Anche la Spagna non ha rispettato l'accordo e ha concesso asilo solo a 1.360 profughi contro i 9.323 che si era impegnata ad accogliere.

Per cercare di ovviare ai limiti evidenziati dall'accordo di Dublino, dall'inizio di quest'anno il Consiglio dell'Unione Europea sta valutando la proposta della Commissione del Parlamento Europeo che si occupa di Libertà civili, Giustizia e Affari interni (Libe) di cancellare il criterio dei Paesi-frontiera o di primo ingresso, e suddividere i profughi richiedenti asilo fra tutti gli Stati membri dell'Ue secondo un sistema di quote fisse.

Mentre Italia e Francia continuano a lanciarsi accuse la nave Aquarius continua il suo viaggio della speranza, dirigendosi ora verso la Sardegna in quanto raggiungere Valencia risulta adesso difficile a causa delle condizioni meteo e del mare.