In Italia vivono molti anziani. Quelli non autosufficienti vengono solitamente accuditi dai parenti o dalle badanti. La cronaca ha spesso riportato casi di anziani invaghiti delle giovani badanti, di soggetti attempati che hanno lasciato tutti i loro beni alle donne che si prendevano cura di loro. Da Lecce arriva una storia sui generis che vede protagonisti una badante polacca ed un anziano, rispettivamente di 56 e 88 anni. La prima si era invaghita dell'uomo che accudiva al punto tale da dormire con lui. A scoprirli era stato il nipote dell'anziano che aveva denunciato la badante per stalking, dopo che la stessa si era comportata in maniera ossessiva nei confronti del quasi 90enne e minacciosa verso di lui.

I fatti risalgono al periodo tra settembre 2015 e igennaio 2016. Solo adesso, però, è arrivata la condanna a 6 mesi di reclusione per la polacca.

Le minacce dopo il licenziamento

Una storia boccaccesca a Lecce. La badante, l'anziano da accudire ed il nipote che scopre la tresca. Dopo aver scoperto che la straniera dormiva con l'anziano, il nipote l'aveva licenziata, temendo che il parente fosse circuito. Il licenziamento avrebbe generato una sorta di risentimento nella ex badante che avrebbe iniziato ad inviare una miriade di messaggi d'amore all'anziano, minacciando il nipote. Quest'ultimo sarebbe stato ritenuto dalla donna come il colpevole della fine della relazione con l'uomo che accudiva.

Dopo il licenziamento, la polacca avrebbe dichiarato di essere innamorata dell'anziano, bersagliandolo di chiamate e messaggi sia di giorno che di notte. L'atteggiamento della cinquantenne polacca aveva provocato disagi psichici e fisici all'italiano attempato che era stato costretto addirittura a ricorrere agli antidepressivi.

Pena sospesa

Per il nipote ed altri parenti, i tanti messaggi inviati all'anziano dalla badante avevano indubbiamente un tenore minatorio, tale da giustificare la denuncia della polacca. Le parole della donna avevano intaccato e turbato la vita dell'anziano e del nipote. Quest'ultimo si è costituito parte civile e, recentemente, le sue dichiarazioni sono state considerate attendibili, lineari e coerenti dal magistrato che ha sentito anche altre persone durante le indagini.

Il giudice Maria Paola Sanghez ha evidenziato nella sentenza di condanna che la testimonianza dell'anziano è stata fondamentale. La polacca è stata condannata a 6 mesi di reclusione, ma la pena è stata sospesa a patto che risarcisca il nipote, nei cui confronti è stata riconosciuta un'indennità di 15mila euro.