In amore, non ci sono regole, ma se si esagera in camera da letto i rischi possono essere altissimi. Lo sa bene, ora, una coppia di amici di Padova. Un 59enne, nei giorni scorsi, ha rischiare di morire soffocato mentre praticava con l'amico trentenne bondage, una pratica erotica estrema che consiste - attraverso l'uso di corde, bavagli, cappucci e catene - nell'immobilizzare il partner consenziente allo scopo di limitarne la capacità sensoriale.
L'uomo è stato trovato agonizzante, con ancora una corda al collo, ed è stato salvato in extremis dagli uomini del 118.
Il suo giovane amico aveva anche provato ad effettuare, in maniera alquanto maldestra, un tentativo di tracheotomia (fortunatamente, non portato a termine).
Serata di sesso e droga
La coppia aveva deciso di trascorrere una serata a base di sesso estremo (con tanto di manette, cordini, frustini e bende) e droghe leggere (tanto per alzare la libido), ma il più anziano tra i due ad un certo punto non ha retto: si è sentito male ed è rimasto con la testa ancora incastrata in una corda.
Il più giovane, imbarazzato dalla situazione, in un primo momento si è rifiutato di chiamare i soccorsi e, per farlo respirare, ha rischiato di tagliargli la gola. Solo dopo essersi reso conto che la situazione era degenerata si è deciso a comporre il 118: "Correte, presto, c'è un uomo che non respira più".
L'ambulanza è arrivata in pochi minuti ed ha portato il sessantenne, ancora agghindato con borchie e collari, in ospedale dove è stato medicato. Ora. sta meglio ma è ancora ricoverato.
L'accusa di lesioni aggravate
Passato lo spavento l'uomo - sposato e con figli - ha dovuto spiegare ai suoi famigliari come era finito in ospedale.
Ed è stato tutt'altro che facile trovare le parole giuste per raccontare di certe notti lussuriose degne di un libro di John Niven (scrittore scozzese che nel suo romanzo «Le solite sospette» narra una storia molto simile).
Il suo giovane amico, libero da legami sentimentali, dovrà invece vedersela con i giudici. Il trentenne, infatti è stato arrestato dai carabinieri di Padova con l'accusa di lesioni aggravate.
Il gip Mariella Fino gli ha imposto di non uscire la sera e sconterà la pena in casa di parenti, a Salerno. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Cristina Gava che ha coordinato le indagini, non si sarebbe trattato di un incontro occasionale. È emerso, infatti, che i due amanti del bondage (che si erano conosciuti su un sito d'incontri) si erano visti più volte, anche in compagnia di altre persone. Probabilmente, in passato, nonostante l'inesperienza dei due, era andato tutto liscio.