Questioni di attimi e di prontezza di riflessi. Il salernitano Luigi Fiorillo era alla guida del camion fermatosi a pochi centimetri dal vuoto sul ponte Morandi di genova. Un’istantanea da brividi che ha fatto il giro del mondo. Il trentasettenne, originario del capoluogo di provincia campano ma residente da tempo a Genova, stava rientrando da un giro di consegne per i supermercati Basko ed era diretto verso la piattaforma logistica di Genova Bolzaneto. Nei giorni scorsi il direttore generale del superstore, Giovanni D’Alessandro, aveva spiegato su Facebook che se l’uomo fosse giunto appena dieci secondi prima sull’A10 sarebbe finito nel vuoto.

Fiorillo, sposato e padre di due figli, percorreva quasi quotidianamente quel tratto di strada con il ‘suo’ Volvo da circa un anno. Tra la vita e la morte ci sono pochi istanti e quanto accaduto martedì scorso segnerà inevitabilmente la vita del salernitano. “Sta bene ma è in comprensibile stato di choc” - hanno precisato dalla Damonte Trasporti, la società a cui appartiene il camion. A distanza di alcuni giorni Fiorillo ha rotto gli indugi ed ha deciso di raccontare quanto accaduto la mattina del 14 agosto nel corso di un’intervista concessa a Tgcom24.

'Mantenere la distanza di sicurezza mi ha aiutato'

Il camionista ha riferito che ha avuto sempre un certo timore a “passare su quel ponte per via delle vibrazioni”.

La mattina della tragedia l’uomo aveva appena effettuato delle consegne alla Riviera di Ponente con le condizioni meteo che erano progressivamente peggiorate. “Più mi avvicinavo a Genova più aumentava l’intensità della pioggia”. Il trentasettenne ha precisato che seguiva le vetture che aveva davanti ad una velocità adeguata alle condizioni della viabilità e del meteo.

“Mantenevo la giusta distanza di sicurezza e credo che questo abbia contribuito a salvarmi” - ha raccontato l'uomo. In pochi istanti il finimondo con le vetture che precedevano il camion precipitate nel vuoto. Fiorillo è riuscito ad “inchiodare” il mezzo e ad innescare retromarcia. “Ero spaventato e stupito, credo che nessuno pensi di poter assistere ad una cosa del genere nella vita.

Ricordo di essermi fermato un secondo per vedere se dietro era tutto a posto”.

'Salvato dal mio angelo custode'

Il dipendente della Damonte ha dichiarato di essere fuggito via per il timore che il ponte continuasse a crollare. “Mi dispiace che il mezzo sia rimasto in moto, temevo potesse arrecare fastidi ai soccorritori”. Senza fare giri di parole il salernitano ha puntualizzato che il camion è la sua seconda casa. “Per fortuna sono riusciti a recuperarlo in sicurezza”. Il trentasettenne ha aggiunto di sentirsi un miracolato. “Sono un credente e forse mi avrà aiutato il mio angelo custode”. Frazioni di secondi che hanno permesso a Luigi Fiorillo di tornare a casa e riabbracciare moglie e figli senza dimenticare chi era davanti a lui e quel vuoto improvviso.