Ancora più malato, corroso e pericoloso del pezzo crollato che ha provocato la morte di 43 innocenti. Lo spettrale moncone rimasto in piedi, è in condizioni ben peggiori della parte del ponte Morandi di Genova che si è tragicamente sbriciolata lo scorso 14 agosto. La relazione appena presentata dalla commissione ministeriale evidenzia una situazione di grave pericolo e criticità: il pilone 10 va abbattuto al più presto. Come del resto tutto il ponte, diventato da simbolo di Genova a simbolo di morte e strage di Stato secondo i familiari delle vittime.

Il governatore della Regione Liguaria e commissario straordinario dell'emergenza, GiovanniToti ieri ha inviato ad Autostrade per l'Italia un sollecito richiamandola ai suoi obblighi procedurali. Intanto la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di Genova, Firenze e Roma e secondo indiscrezioni, dalla procura di Genova sarebbero in arrivo i primi avvisi di garanzia: 10 o 12.

Abbattimento moncone del ponte Morandi

Ora vanno definiti tempi e modalità dell'abbattimento del moncone est del ponte Morandi, la parte che sovrasta completamente i palazzi anche se sono stati evacuati, quindi degli altri tronconi perché come ha detto Toti, "di quel ponte non resterà su né l’ala di levante né di ponente.

Verrà completamente smantellato. E i costi sono a carico di Autostrade".

Dalla relazione dei tecnici della commissione ispettiva del ministero dei Trasporti presentata alla commissione per l'emergenza, si apprende che il livello di degrado dei materiali del pilone 10 è ben più grave ed elevato di quello della pila nove caduta: un livello quattro su una scala di cinque, mentre la parte caduta era a un livello tre su cinque.

Lo ha sottolineato anche il prefetto di Genova, Fiamma Spena. Che sia pericolante è accertato e gli scricchiolii sentiti più volte dai soccorritori lo confermano. Toti ha sollecitato al concessionario un piano definitivo da presentare alle pubbliche amministrazioni per la messa in sicurezza procedendo alla demolizione. Anche perché altrimenti non può partire la ricostruzione.

Autostrade è l'unico soggetto autorizzato a fare i lavori almeno fino a quando non sarà completato l'iter per la revoca delle concessioni. Tre le ipotesi di demolizione di quel che resta di ponte Morandi: smontaggio, implosione controllata e ‘caduta di piatto‘, secondo quanto spiega la struttura commissariale. Le prime due richiedono tempi molto più lunghi. Anche se il commissario non lo dice, secondo l'Ansa, le case sotto andranno perse.

Avvisi di garanzia

Ufficialmente non c'è ancora nessun nome nel registro degli indagati. Sarebbero in arrivo avvisi di garanzia per 10 o 12 persone: dirigenti e tecnici di autostrade per l'Italia, vertici del ministero delle Infrastrutture, collaudatori dell'opera che erano a conoscenza dello stato di corrosione.

Ieri le fiamme gialle, su ordine della Procura di Genova, hanno perquisito le sedi della società che fa capo alla famiglia Benetton a Genova, Firenze, Roma, per acquisire documenti tecnici, amministrativi, contabili, su verifiche, controlli e condizioni del ponte, interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria realizzati o in progetto, e alcuni finora segreti sulla concessione tra Stato e autostrade.

Indaga anche l'autorità anticorruzione

E ora indaga anche l'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione per i mancati interventi sulla rete autostradale genovese: A10 Genova-Savona, A7 Genova-Serravalle e A12 Genova-Sestri Levante, come riporta l'ultima relazione pubblicata sul sito del Mit sulla "Attività sul settore autostradale in concessione" del 2016. Mancati interventi pari al 72,89%. Autostrade sostiene che tutto ciò riguarderebbe il progetto della 'Gronda' e non le opere di manutenzione e tira in ballo ritardi delle istituzioni competenti.