Dopo il temutissimo Blue Whale Challenge (che avrebbe spinto centinaia di giovanissimi a togliersi la vita), un altro "gioco" sta spaventando i genitori di tutto il mondo: il Momo, una sorta di sfida che viene lanciata attraverso Whatsapp e che, in questi giorni, sta creando apprensione ai quattro angoli del globo: dal Regno Unito (dove anche il Sun ha invitato i genitori a non abbassare la guardia sulle attività social dei loro figli adolescenti) ed in Argentina (dove si sta indagando sul suicidio di una dodicenne)

Momo, la sfida dall'aspetto terrificante

Due occhi sporgenti ed un sorriso sinistro, su un viso pallido e scavato.

E' questo il terrificante ed inquietante aspetto di Momo; la sua immagine è diventata famosa su WhatsApp e quando si riceve un messaggino che contiene questa gif - se così la vogliamo chiamare - si è stati "scelti" per partecipare ad una sfida. Ma il gioco in questione non sarebbe innocente.

La sua origine sarebbe giapponese e sarebbe ispirata alla scultura di una donna-uccello” esposta nel 2016 nel quartiere di Ginza.

Su Twitter, l’unità Crime di Ricerca Web gestita dal procuratore generale dello Stato di Tabasco, Messico ha infatti lanciato l'allarme: "Tutto ha avuto inizio in un gruppo su FB: i membri sono stati messi in comunicazione tra di loro da un certo Momo, attraverso un numero di telefono sconosciuto.

Alcuni degli utenti del social sono "stati al gioco" e hanno spiegato che dopo aver inviato un messaggino a Momo hanno ricevuto una serie di immagini aggressive e violente. In alcuni casi si sono registrate anche minacce e la pubblicazione, non autorizzata, di dati personali":

Forse c'è Momo dietro la morte di una 12enne

La sfida di Momo si sta diffondendo, velocemente, in tutto il mondo: dall'America Latina agli States passando per l'Europa.

La polizia nazionale spagnola, ad esempio, ha lanciato un appello ai ragazzi (ma non solo a loro) spiegando che è sempre meglio evitare le sfide assurde che vanno di moda su WhatsApp".

L'attenzione è alta anche perché non si esclude che Momo abbia già fatto una vittima. La polizia, infatti, sta indagando sul suicidio di una ragazzina di soli 12 anni di Ingeniero Maschwitz, in Argentina.

Gli investigatori non escludono che la piccola sia stata spinta a compiere l'estremo gesto da una persona che l'ha contattata tramite un servizio di messaggistica invitandola a fare un video pericoloso da postare sul web. Al momento, le indagini si starebbero concentrando su un diciottenne.