L'ennesima grave vicenda di suicidio si è verificata in quel di Torino, precisamente nel piccolo comune di Leinì, dove un uomo, Egidio Calafiori, di sessantanove anni, residente a San Benigno Canavese, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nel capannone in cui lavorava e che utilizzava come deposito dei suoi camion. L'imprenditore, infatti, era il titolare di una piccola ditta di autotrasporti della provincia di Torino, e molto probabilmente temeva il fallimento della sua azienda dopo che negli ultimi mesi aveva perso diverse importanti commissioni.

Secondo quanto riferito dal quotidiano La Repubblica, l'uomo non ha lasciato alcun messaggio per provare a spiegare a familiari e conoscenti i motivi di quel gesto così estremo, come spesso invece accade quando si verifica un suicidio.

Torino: il suicidio di Egidio Calafiori è riconducibile a motivi economici

Il sospetto di molti, però, è quello che dietro al suicidio di Egidio Calafiori ci potrebbe essere la piena crisi che la sua attività imprenditoriale stava attraverso in questo momento. Assieme all'uomo, anche uno dei suoi figli lavorava all'interno della ditta e negli ultimi mesi, come già detto, aveva perso delle commissioni importanti. Tutto questo lo aveva confessato qualche tempo prima ad alcuni colleghi che utilizzavano il capannone assieme a lui.

Ed è proprio all'interno del deposito che mercoledì 22 agosto è stato trovato morto. Sono immediatamente partite le indagini da parte dei carabinieri che adesso stanno cercando di sentire i membri della sua famiglia, oltre che amici e colleghi più stretti, per provare ad arrivare alla verità e a capire se il motivo del suicidio sia stata veramente la difficoltà economica che l'uomo stava attraversando in quest'ultimo periodo.

Torino: il terzo caso di suicidio nel giro di una settimana

Il suicidio di Egidio Calafiori è il terzo di un imprenditore in Piemonte soltanto in quest'ultima settimana. Numeri raccapriccianti e che fanno riflettere su quelle che sono le condizioni attuali del nostro Paese, in quanto anche gli altri due hanno deciso di togliersi la vita proprio a causa delle difficoltà economiche e professionali.

A Rivoli si è suicidato buttandosi dal tetto del suo capannone il cinquantasettenne Gaetano Saviotti, dopo che la sua azienda era arrivata al fallimento, mentre Alessandro Davicino, quarant'anni, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola in testa a Campiglione Fenile dopo aver accumulato diversi debiti con la sua impresa edile.