I carabinieri di Colorno hanno arrestato un immigrato di origine albanese di 23 anni, di cui non sono state rese note le generalità per motivi di privacy, per violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia. L'uomo è stato accusato di avere violentato più volte nel tempo la moglie, sottoposta quotidianamente a torture fisiche inaudite. Il presunto colpevole è stato fermato dai militari dell'Arma, in seguito a una querela presentata dalla stessa coniuge dell'indagato, che dopo mesi di sevizie ha trovato il coraggio di denunciare tutti gli abusi subiti.

La conoscenza e il matrimonio forzato

La giovane italiana di 25 anni aveva conosciuto il ragazzo albanese di 23, molti mesi fa. I due fidanzati avevano deciso di andare a vivere insieme, dopo una breve frequentazione. Da subito, però quell'uomo proveniente dalla parte più a sud di Tirana si era dimostrato un vero aguzzino. Molto spesso picchiava la sua compagna e esigeva da lei rapporti sessuali non consenzienti. Il presunto colpevole, senza visto di soggiorno rilasciato dalle autorità italiane e già noto alle forze dell'ordine per altri reati, pur di ottenere quello che voleva era solito infliggere torture fisiche e mentali atroci. Aveva anche preteso dalla sua convivente un matrimonio, che gli avrebbe permesso di continuare a risiedere all'interno della nazione.

I due si erano sposati nel giugno scorso, ma le brutalità dello slavo era continuate e divenute sempre più abituali, anzi il 23enne aveva aumentato la frequenza degli abusi. La vittima non aveva il coraggio di reagire e sopportava silenziosamente tutte la sua ferocia. Nessuno si era accorto, tra i suoi parenti e amici, del disagio psichico che stava vivendo.

La scoperta delle violenze

Dopo poche settimane, la coppia di sposi ha cominciato ad avere anche dei problemi economici di una certa entità. I due ragazzi sono stati affidati ai servizi sociali della cittadina di Colorno e alcuni operatori socio assistenziali hanno cominciano a frequentare la casa dei due coniugi. In breve tempo, gli assistenti domiciliari guardando il volto spesso tumefatto della giovane donna hanno scoperto le atrocità alle quali era sottoposta.

La denuncia ai carabinieri

Dopo parecchie segnalazioni effettuate presso il comando dei carabinieri di Colorno, piccola cittadina in provincia di Parma, la vittima ha deciso di denunciare il suo carnefice il 10 settembre scorso. Dopo l'ennesimo stupro infatti, la malcapitata è fuggita da casa rifugiandosi presso la sede dei servizi sociali del paese. Gli operatori sociali che l'hanno assistita, hanno poi accompagnata la 25 enne presso l'ospedale Maggiore di Parma. La ragazza è stata visitata dagli specialisti del nosocomio, che le hanno riconosciuto una prognosi di almeno 10 giorni. La sventurata è riuscita poi a sporgere regolare querela presso i carabinieri della locale stazione, grazie sempre all'aiuto dei volontari domiciliari.

I militari dell'Arma hanno infine avviato le indagini sulla vicenda. Dopo pochi giorni, l'albanese si è presentato spontaneamente presso la compagnia dei carabinieri parmense, per presentare segnalazione di scomparsa della moglie, non immaginando neppure che la stessa lo avesse denunciato, convinto di avere ancora il pieno controllo su di lei. A seguito poi di ulteriori indagini, il 23 enne è stato accusato e arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni, minacce e violenza sessuale aggravata.