"Ero stufo della mia vita, volevo suicidarmi ma non ne avevo il coraggio, così ho pensato che uccidendo qualcun altro sarei tornato a vivere". Sono queste le agghiaccianti parole con le quali un adolescente ha confessato alla polizia di aver ucciso la matrigna, nel mese di marzo, a colpi d'ascia e con una spada da samurai.

Rueben Brathwaite, dopo essersi macchiato del brutale delitto, ha avvisato la polizia del Carmarthenshire (nel Galles sud-occidentale), rivelando di aver ucciso Fiona Scourfield, 54 anni, colpendola dapprima con un'ascia, e poi tagliandole la gola con una spada da samurai.

In questi giorni si è tenuto il processo nei confronti del ragazzo che, al termine del procedimento giudiziario, è stato condannato a 15 anni di reclusione.

Il 17enne ha decapitato la matrigna

Il giorno in cui si è consumata la tragedia, pare che il giovane e la matrigna stessero bevendo insieme del tè al termine di un'intensa giornata di scuola e lavoro. Il 17enne, con una scusa, avrebbe attirato la donna fuori casa, dicendole che c'era un gatto ferito nei pressi del rifugio per animali gestito dalla signora. La 54enne, così, sarebbe uscita dall'appartamento e, a quel punto, Brathwaite l'avrebbe attaccata alle spalle, colpendola alla testa prima con il lato smussato di un'ascia, e poi tagliandole la gola con una spada da samurai.

Le ferite sono state fatali per la matrigna, deceduta nel giro di pochi minuti. Subito dopo aver commesso l'omicidio, il ragazzo ha chiamato le forze dell'ordine.

Stando a quanto riportato da "The Telegraph", pare che il giovane, prima di commettere il terribile omicidio, si fosse appassionato ad un sito statunitense, "4chan", che spesso trasmetteva video e immagini di decapitazioni e cruente uccisioni.

Rueben condannato a 15 anni di detenzione

Inoltre è emerso che, negli istanti successivi all'assassinio della matrigna, il ragazzo avrebbe scattato alcune foto al corpo decapitato della donna, al fine di pubblicarle su internet come fosse una sorta di "confessione". In seguito ad una serie di analisi, i rapporti psichiatrici hanno riportato che, quando si è macchiato del crimine, il 17enne aveva dei problemi mentali, come confermato anche dallo psicologo che lo segue costantemente.

Nonostante la difesa abbia mostrato una lettera in cui il giovane avrebbe manifestato rimorso e pentimento per il delitto commesso, al termine del processo, il giudice Simon Picken ha condannato Brathwaite ad una pena minima di 15 anni di reclusione.