Una ragazza pakistana di 23 anni ha scritto una lettera alla sua ex Scuola italiana chiedendo aiuto: sarebbe infatti stata riportata in patria con l’inganno dal padre e privata dei documenti, in attesa di sposarsi con un uomo scelto dalla sua famiglia. I fatti risalgono allo scorso luglio ma ne è stata data notizia solo oggi.

Prima costretta a interrompere gli studi in Italia, poi portata in Pakistan e privata di tutti i documenti

Secondo quanto riportato nella lettera ricevuta dall’istituto scolastico, che si trova in provincia di monza, la 23enne era stata costretta dal padre a interrompere gli studi quando frequentava la quarta classe superiore, all’inizio del 2015.

Da quel momento sarebbe stata segregata in casa, insieme a una sorella, nonostante una delle sue insegnanti avesse cercato di capire i motivi della sua “scomparsa” da scuola. Il padre della ragazza le avrebbe persino strappato il permesso di soggiorno che aveva appena rinnovato, per impedirle di circolare liberamente.

Poi, lo scorso luglio, sia lei sia la sorella sarebbero state portate dalla famiglia in Pakistan con la scusa di andare a trovare parenti e amici. Una volta arrivata, il padre le avrebbe tolto tutti documenti, sia il passaporto sia il codice fiscale italiano, per poi abbandonarla e fare rientro in Italia. A questo punto, avrebbe scritto il suo appello alla vecchia scuola italiana.

'Aiutatemi vi prego, la mia vita è in Italia'

La lettera è una vera e propria richiesta disperata di soccorso: “Aiutatemi, vi prego, mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui – si legge in quanto ha scritto la ragazza – Non ho abbandonato gli studi di mia volontà, voglio ritornare in Italia, la mia vita è lì”.

Dopo aver aggiunto di sapere che una delle sue professoresse l’aveva cercata senza successo, ha anche scritto di avere conosciuto un ragazzo in Pakistan: “Vivo con lui ora ma i miei genitori non vogliono, la cultura di questo Paese non permette alle giovani di scegliere dove e con chi stare”.

Raggiunta telefonicamente dall’Ansa, la ragazza ha confermato tutto e ha precisato di avere anche chiesto aiuto all’ambasciata pakistana in Italia, che però non le avrebbe dato ascolto.

Secondo quanto ricostruito, la decisione di farle interrompere gli studi e di riportarla in Pakistan sarebbe una vera e propria punizione per la ragazza, colpevole di voler continuare a studiare e di non voler sposare l’uomo scelto dalla sua famiglia.

La scuola ha ricevuto la lettera nello scorso mese di luglio e ha subito denunciato quanto accaduto ai carabinieri e alla Procura di Monza. Tutti gli atti sono stati trasmessi alla Prefettura di Monza e Brianza per ottenere l’interessamento alla vicenda da parte del Ministero degli Esteri.